E' chiamato drabble un racconto
  di senso compiuto di 100 parole, non una di più, non una di meno.   

   Bionda, voluttuosa, occhi cerulei da mozzare il fiato. Quando cammina, in bilico su tacchi paragonabili a stalattiti, ondeggia come un fenicottero attirando lo sguardo di uomini e donne. Pelle abbronzata tutto l’anno, per effetto delle lampade uva, indossa sempre abiti superaderenti che danno risalto alle rotondità del corpo. Ogni suo gesto è calcolato e frutto di lunghi esercizi. Sennonché ha un grosso handicap: puzza! La sua pelle emana un tanfo di sudore che stomaca. Anche l’alito è pestilenziale. Starle accanto, specialmente nei periodi caldi, è problematico e devo trattenermi per non vomitarle addosso. Però ‘sta troia la scoperei.