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UNA
STORIA IMPORTANTE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Quello
di cui ho bisogno è di aprire gli occhi
al più presto e svegliarmi dallo stato
comatoso provocatomi dall'uomo con cui
da poco ho intrapreso una storia molto
importante. A questo penso mentre vado
incontro a Bernardo con cui ho
appuntamento alla Caffetteria del Corso,
ubicata all'angolo con Piazza
D'Acquisto, in corrispondenza della
fermata della metro.
A
quest'ora del pomeriggio le strade del
centro città sono affollate da donne di
ogni età e provenienza sociale. Quasi
tutte impegnate a osservare la merce
esposta nelle vetrine dei negozi, mentre
altre hanno un pensiero fisso per la
testa: cercare un maschio con cui
mettere le corna a morosi e mariti.
Prima di
fare conoscenza con Bernardo sono andata
a letto con diversi uomini. Nessuno di
loro, però, mi ha amata. Ma non mi va
di passare per vittima, dopotutto
anch'io come loro ho cercato di
soddisfare esclusivamente il mio
piacere, quello e basta.
Non sono
una donna come tutte le altre, ormai ne
sono consapevole, purtroppo. Ho
trent'anni e da dieci lavoro in ospedale
come infermiera prendendomi cura delle
persone malate. C'è chi sostiene che è
una professione gratificante, forse
sarà anche vero, non lo metto in
dubbio, ma dopo tanti anni trascorsi a
lavorare nelle corsie d'ospedale sento
la necessità di cambiare vita.
Trascorrere molte ore della mia vita in
un luogo segnato da sofferenza e dolore
mi ha logorato l'anima e il corpo più
di quanto sia possibile immaginare.
Se in
passato mi consideravo una persona
positiva ora non la sono più. Sono
cambiata quando mia madre ha cominciato
ad ammalarsi. Dopo che è morta mi è
crollato il mondo addosso. Adesso ho
voglio di tornare ad essere ottimista e
più sicura di me stessa, invece mi
sento inadeguata; uno schifo in pratica.
In questo
momento, mentre cammino, faccio persino
fatica a guardare il volto delle persone
che incrocio sul marciapiede.
Istintivamente abbasso gli occhi
ogniqualvolta avverto il loro sguardo su
di me, forse perché ho paura che mi
giudichino brutta o grassa, anche se
obbiettivamente non la sono, ma so di
essere diversa da tutte le donne che mi
stanno attorno e con cui quotidianamente
vengo a contatto.
Sono
ossessionata dall'essere giudicata dagli
altri, eppure alla mia età dovrei
infischiarmene dei loro giudizi. Ho
sempre mantenuto una vita sessuale
abbastanza libera, ma ci sono momenti in
cui non riesco a tollerare che qualcuno
possa mettere in dubbio la mia
moralità. So bene che alla maggioranza
dei maschi piace avere a che fare con
donne forti, intelligenti, sicure e
decise, che non supplicano e promettono
amore eterno. Allora non capisco perché
una donna con il carattere debole come
il mio possa attirare l'attenzione degli
uomini. Forse sono davvero una gran figa
come sostengono molte delle mie amiche.
Merda!
Devo smetterla di pensare a tutte queste
stronzate, devo essere più cinica e
mettere da parte le mie insicurezze
appena prendono forma nella mia testa,
ma devo convincermi che sono bella e
appetibile ai più.
Sono in
anticipo di mezzora all'appuntamento che
ho con Bernardo. Con i tacchi da 12
fatico a mantenere l'equilibrio sul
marciapiede pieno di buche, non di meno
riesco a distrarmi dagli oggetti esposti
nelle vetrine dei negozi. Una volta
raggiunta l'edicola che occupa un angolo
della piazza a ridosso della chiesa
della S.S. Annunziata, mi perdo a
guardare le locandine che espongono le
prime pagine dei principali quotidiani
nazionali e quelli locali. Mi concentro
sui titoli in grassetto evitando di
leggere gli articoli, dopodiché cammino
tutt'attorno l'edicola e mi abbandono a
guardare le copertine delle riviste in
mostra nelle vetrinette.
Tutt'a un
tratto lo sguardo mi cade su una serie
di copertine di riviste pornografiche.
Una intera vetrina ne è piena. Mi
sorprendo nel constatare che la maggior
parte delle foto che compaiono sulle
copertine delle riviste riproducono
immagini lesbo. La ragione di questa
scelta editoriale probabilmente sta
nell'immaginario collettivo dei maschi
che guardano al sesso saffico come a
qualcosa di molto eccitante. E'
probabile che questo tipo di immagini
inducano il pubblico maschile ad
acquistare le riviste. Dopotutto, per
quanto mi riguarda, la prima scena porno
a cui ho assistito nel corso della mia
vita è stata proprio quella di un film
erotico che aveva come protagoniste due
lesbiche impegnate a sgrillettarsi il
clito a vicenda mentre si baciavano.
Guardandole, mentre si toccavano,
ricordo che mi ero eccitata da morire,
tant'è che non avevo potuto fare a meno
di masturbarmi. L'avevo fatto stando
distesa nel letto della mia camera,
mentre le protagoniste della pellicola
raggiungevano l'orgasmo o probabilmente
fingevano di averlo. Dopo quella prima
sgrillettata, conscia dell'eccitazione
che mi avevano procurato quelle
immagini, avevo rivisto più volte lo
stesso film, masturbandomi, per molte
settimane. All'epoca avevo persino
considerato l'eventualità di essere
lesbica poiché mi sentivo terribilmente
attratta dalla bellezza di un corpo
femminile piuttosto che da quello di un
maschio.
Questa
propensione verso le curve, le gambe, le
labbra, gli occhi, e soprattutto le
tette delle donne l'ho mantenuta intatta
sino a oggi. Infatti, mi eccito
tantissimo a guardare il corpo delle
ragazze che incrocio per strada. Ogni
tanto quando mi tocco nell'intimità
della mia camera o, come succede sempre
più spesso, stando seduta sulla
ceramica del bidet, lo faccio
immaginando di scopare una ragazza dal
seno caldo e dalla figa bagnata fradicia
come lo è la mia passera in questo
momento, mentre sono prossima a
incontrare Bernardo.
Forse è
vero, come sostiene qualche mia amica,
che noi donne, a differenza degli
uomini, siamo predisposte a fare del
sesso con partner del medesimo sesso.
Gli uomini, a differenza di noi donne,
non amano toccarsi fra loro. Forse
perché ignorano che una conoscenza di
questa natura gli permetterebbe
d'impadronirsi di una esperienza
sessuale più completa e coinvolgente
del semplice amoreggiare con una donna.
Probabilmente è nella nostra indole di
donne quella di praticare l'amore
saffico, mentre l'uomo quando si sente
attratto da un altro uomo lo nasconde
come se si vergognasse di questa
naturale attrazione. A volte mi viene da
pensare che non disdegnerei nemmeno fare
l'amore a tre: beninteso con un'altra
donna e un uomo.
Mi è
accaduto spesse volte di avere rapporti
sessuali con donne e non me ne vergogno,
anzi, l'ho sempre trovato soddisfacente.
E' pur vero che non vado mai in cerca di
avventure femminili, soltanto quando
bevo oltre un certo limite, e mi trovo a
subire le attenzioni sessuali da parte
di qualche donna che inizia a circuirmi,
lusingandomi con un complimento, una
palpata, oppure un bacio, va a finire
che ci vado a letto. L'alcol riesce a
mettere in circolo nel mio sangue una
certa quantità di ormoni maschili e mi
lascio andare. Non ho sentore di essere
lesbica, piuttosto bisessuale direi,
forse, perché nelle donne che avvicino
cerco soprattutto un modello esteta di
bellezza cui mi piacerebbe tendere.
Quando
faccio sesso con una donna mi piace
soprattutto ascoltare i gemiti e le urla
che escono dalla bocca delle mie
occasionali compagne, specie mentre le
succhio il clito. Allo stesso modo penso
che a Bernardo piaccia udire le urla che
escono dalla mia bocca mentre scopiamo,
specie quando sa provocarmi un piacere
del tutto simile a quello che anch'io so
dare a una donna quando geme
all'incalzare dei baci che le riverso
sulla figa.
Sono una
porca. Merda, lo so! Urlo ancora prima
di raggiungere l'orgasmo, specie se è
un uomo a darsi da fare nel leccarmi la
figa. E' pur vero che non sempre riesco
a venire quando sto con un uomo, mentre
se a spompinarmi il clito è una donna,
non so bene il perché, ma vengo sempre.
E' un urlo
liberatorio il mio, non è un urlo
fasullo. Mi viene spontaneo urlare
specie quando un uomo mi cavalca alla
pecorina, forse perché so che gli dà
estrema soddisfazione prendermi in quel
modo e sentirmi nitrire. Urlo allo
stesso modo di quando, da bambina,
gridavo come una ossessa tutte le volte
che al luna-park salivo sulla giostra
dei seggiolini volanti, e mi facevo
spingere in aria da qualche amico per
catturare il fiocco in palio e vincere
un giro gratis.
Mi
piacciono le giornate primaverili come
quella di oggi. Sono imprevedibili come
me. Proseguo nella mia camminata diretta
verso Piazza D'Acquisto in anticipo di
venti minuti all'appuntamento che ho con
Bernardo. Il vento ha spazzato via le
nubi che coprivano il cielo nel momento
in cui sono uscita di casa. Pareva
dovesse piovere da un momento all'altro,
invece sul viso percepisco il calore dei
raggi del sole che mi scaldano la pelle.
Annuso l'aria che sa della pioggia
caduta stamani mentre vado incontro al
mio uomo. Quello che percepisco non è
soltanto il profumo della prossima
stagione calda, ma quello dei grandi
mutamenti che potrebbero sconvolgere la
mia vita.
Da un po'
di tempo non faccio altro che pensare
alle vacanze che nel mese di giugno
trascorrerò al mare in compagnia di
Bernardo. Un paio di settimane di
scopate, penso, ma quei pochi giorni non
mi sembrano sufficienti perché vorrei
avere molto più tempo a disposizione
per stare insieme a lui.
Possibile
che non riesca a togliermelo dalla testa
quest'uomo? Che ha di così speciale?
Ormai ne sono dipendente. Più ne sto
lontana e più mi viene voglia di stare
con lui. Eppure ci conosciamo soltanto
da un mese. E' pur vero che da
innamorata riesco a dare il peggio di me
stessa perché ogni volta mi ritrovo a
essere indifesa, capricciosa,
sospettosa, feribile, debole, con
l'umore variabile. Cristo! Che palle!
Ci risiamo!
Tanto per cambiare sono allupata, con la
figa che fa le capriole, e non sto più
nella pelle per l'eccitazione. Non vedo
l'ora d'incontrare Bernardo e ficcargli
in bocca la lingua. Non ci posso fare
niente, è più forte di me. Non capita
solo agli uomini di svegliarsi al
mattino in evidente stato di eccitazione
e con il cazzo in tiro. Il fatto è che
a me succede a ogni ora del giorno
quando sono innamorata. Appena sveglia,
ancora prima di aprire gli occhi
appannati dal sonno, mi ritrovo
eccitata, con il clito che pulsa fra le
cosce, specie se nel letto c'è un
maschio a tenermi compagnia. La
vicinanza di un uomo nudo mi fa uno
strano effetto. Mi eccito da morire a
toccare il cazzo del mio compagno di
letto quando è ancora nel mondo dei
sogni, sperando che non si svegli,
mentre le dita della mia mano si
spostano leggere a sfiorargli la
cappella fintanto che dalla sua bocca
escono i primi gemiti di piacere. Con
Bernardo mi è successo parecchie volte
di dargli la sveglia in questo modo e
sembra averlo gradito.
Sono stanca di
andare a zonzo per le strade. Con tacci
da 12 camminare su dei questi
marciapiedi sconnessi mi sta logorando
le caviglie che già incominciano a
farmi male. Per fortuna sono prossima
alla fermata della metro di Piazza
D'Acquisto dove con Bernardo abbiamo
fissato l'appuntamento.
Mentre mi
avvicino alla caffetteria sono colta da
crampi allo stomaco. E' colpa dello
stress, forse. Devo mettere al più
presto qualcosa sotto i denti se voglio
calmare l'ansia che ho addosso,
altrimenti va a finire che mi viene
l'ulcera allo stomaco.
Trovo posto a
uno dei tavoli della Caffetteria del
Corso sistemati all'aperto. Al cameriere
che mi si fa incontro per ricevere
l'ordinazione chiedo di servirmi una
porzione di strudel e un bicchiere di
pinot. Quando, trascorso un minuto,
depone sul tavolo quanto ho ordinato,
insieme allo scontrino fiscale, mi
accorgo che il prezzo che devo pagare
equivale a un pranzo completo. Mentre
tengo d'occhio la scalinata all'uscita
della stazione della metro, da cui prima
o poi dovrebbe spuntare Bernardo, brucio
in poche boccate lo strudel sotto gli
occhi vigili di un tipo dimezza età,
con Ray-Ban scuri calati sul naso, che
occupa un tavolo accanto al mio e non mi
stacca gli occhi di dosso da quando mi
sono seduta.
Sto Per
inghiottire l'ultima fetta di strudel
quando mi ritrovo Bernardo davanti a me,
sbucato non so da dove.
- Ciao. - dice
chinandosi col capo per darmi un bacio
sulla guancia.
- Ah, sei già
qui? - E' l'unica frase che riesco a
dirgli, mentre invece vorrei
circondargli le braccia intorno al
collo, sbatterlo sul marciapiede e
cavalcarlo sino allo sfinimento.
Cristo! Che
idiota sono a non farlo per davvero.
Invece mi prende la vena romantica e gli
faccio cenno di accomodarsi sulla sedia
di fronte a me.
A volte
mi prenderei a sberle in faccia quando,
come ora, mi trattengo dal
rivelargli quello che provo per lui.
Tutt'a un tratto mi viene in mente
quando un paio di settimane fa, per la
prima volta, mi ha detto:
- Ti amo.
In quella
occasione non sono riuscita a
contraccambiare la sua dichiarazione
d'amore, anzi l'ho ignorata. Ho pensato
che mi prendesse per il culo. E poi a
nessun uomo ho mai detto - Ti amo -
mentre con qualche donna, da sbronza,
l'ho pure fatto. Quello che più mi ha
stupita è che dopo quella prima volta
anche anche nei successivi incontri ha
seguitato a ripetermi quella frase. Io
l'ho ascoltato, diffidente, e per non
rispondergli ho sempre finito per
baciarlo tappandogli la bocca.
Al
contrario della donna che posso apparire
alle persone che mi circondano sono una
creatura di poche parole. A volte
parlare mi mette pure in imbarazzo. Lo
stesso mi succede quando sono in
compagnia di Bernardo, tant'è che
preferisco contraccambiare le parole che
riversa su di me con un bacio, una
carezza perché più immediati e
naturali per me. Mi è difficile
pronunciare una frase come "ti
amo".
-
Beh, non dici nulla? Non sei contenta di
vedermi?
-
Oh sì, certo, perché no? - dico
nascondendo quanto sono sottosopra, con
le cosce fradice dell'umore che esce
senza sosta dalla vagina in
liquefazione.
La
Madonna! Che effetto mi fa Bernardo! Non
è granché bello, ma ha molto fascino.
Rude, la barba sfatta, rozzo,
intelligente come pochi uomini che ho
conosciuto, è l'uomo che fa per me.
- Cosa
hai preso da bere? - mi chiede.
- Il
solito, ho bevuto un pinot.
-
Nient'altro?
- Beh, ho
gustato anche dello strudel. Mi ha
riempito un buco allo stomaco. Lo
capisci, no?
Merda!
Mica posso dirgli che mi sono consumata
lo stomaco camminando per le strade del
centro, nervosa com'ero, in attesa
d'incontrarlo. Sono certa che non lo
capirebbe.
- Non
meravigliarti se uno di questi giorni,
mettendo piede sulla bilancia, scopri
che sei ingrassata di qualche chilo.
Trattengo
la rabbia che mi coglie quando qualcuno
fa cenno al mio peso, ma non trovo le
parole giuste per ribattere alle sue.
Nel frattempo Bernardo ha fatto cenno al
cameriere di avvicinarsi al tavolo e gli
chiede di servirgli un bitter analcolico
con ghiaccio. Il solito bitter,
accidenti, mai una volta che cambi
bevanda. Troppo salutista per i miei
gusti. Ma cambierà... cambierà, per la
Madonna!
Sto per
rivolgergli la parola quando sul
marciapiede dinnanzi al nostro tavolo
transita un spilungona di ragazza
piuttosto in carne. le cosce e le gambe
affusolate attirano l'attenzione di
Bernardo. Mi domando perché debba
perdersi a guardare le altre donne
quando sta insieme a me. Comincio a
pensare che Bernardo non sia affaftto
diverso da tutti gli altri uomini. Anche
lui si perde a guardare ogni bella figa
che gli passa davanti agli occhi. Penso
che dovrò arrendermi a questo stato di
cose e subirne le conseguenze .
Eppure
non mi sembra di pretendere troppo se
nelle poche ore in cui stiamo insieme si
limiti a prestare attenzione soltanto a
me. Magari potrebbe fingere di non
curarsi delle ragazze che gli passano
accanto, magari evitando di fare certi
commenti sulle doti fisiche, come spesso
gli succede, mettendomi in imbarazzo.
Nondimeno è infastidito quando qualche
uomo mi saluta, specie se il tizio mi
avvicina per parlarmi. Allora mi fa un
terzo grado e vuole sapere tutto a
proposito delle circostanze in cui l'ho
conosciuto.
- Beh,
hai pero la voce? Ti vedo corrucciata.
- No, per
niente, stavo pensando a qualcosa che ha
a che fare con il mio lavoro.
- Non
ricominciare a parlarmi delle tue
disavventure in corsia d'ospedale. Ti
prego non oggi.
Mi
trattengo dal parlargli dell'occhiata
che ha lanciato verso il culo della
ragazza transitata dinnanzi al nostro
tavolo. So bene di essere una donna
gelosa, ma la mia gelosia è solo di
natura sessuale, nient'altro. Mi
disturba quando si perde a guardare il
corpo delle altre donne e fa dei
commenti. Ho l'impressione di essere
continuamente sotto esame e la cosa mi
infastidisce, ma non posso prendere di
cambiarlo anche se il suo guardare e
giudicare le donne a volte mi è persino
insopportabile. Prima o poi sbotterò
perché sono accomodante sino a un certo
punto, dopodiché se davvero ci tiene a
stare con me deve smetterla di
comportarsi da porco.
- Cosa
pensi di fare oggi? - dice con il suo
modo di fare approssimativo, mentre
avvicina il bicchiere alle labbra.
- Non lo
so, ma tu che intenzione hai?
-
Potremmo andare al cinema. Al Rex c'è
in cartellone l'ultimo film di Gabriele
Salvatores.
- Un film
più romantico no?
- Sei tu
l'esperta del genere melò.
-
Altrimenti, oltre che andare al cinema,
cosa potremmo fare?
- Non lo
so, decidi tu.
Avrei
voglia di urlargli in faccia che in una
bella giornata di primavera come questa
l'unica cosa che mi piacerebbe fare è
di scopare, invece mi trattengo dal
farlo, anche se ho ancora impresso nella
memoria i momenti d'intimità che
abbiamo consumato soltanto tre giorni fa
quando, seduto sul materasso del mio
letto, con le gambe penzoloni sul
pavimento, mi ha strappato più di un
urlo di piacere mentre muovevo il bacino
sistemata sulle sue cosce. L'ho montato
da sopra mentre mi stringeva i fianchi
e, tenendogli le mani attorcigliate
attorno le spalle, mi staccavo e
avvicinavo a lui facendo entrare per
intero il cazzo dentro di me,
guardandolo dritto negli occhi, mentre
ansimavamo e il mio corpo e il suo
bruciavano di sudore.
Lo guardo
eccitata mentre finisce di bere l'ultimo
sorso di bitter. Di solito preferisco
che sia lui a chiedermi di andare a
scopare, ma oggi no. Okay, ho realizzato
di essere una persona gelosa e lo voglio
tutto per me quest'uomo.
- E se
andassimo a casa mia.
- A
quest'ora del pomeriggio?
- Beh,
che c'è di strano?
- Niente.
- Cristo!
Ma non ti viene in mente che io abbia
solo voglia di stare con te?
Bernardo
non mi risponde, ammicca un sorriso e
chiama il cameriere per pagare la
consumazione.
Le donne
che hanno la mia stessa età da tempo
hanno iniziato a fare progetti d'amore.
Se la smettessi di rimandare le cose,
dandomi da fare a formare una famiglia e
mettere al mondo dei figli, forse sarei
più felice. Devo svegliarmi, fare di
più, e finirla di ingannare me stessa e
gli altri.
Ci
allontaniamo dalla caffetteria tenendoci
per mano. In un angolo della piazza
sostano numerosi taxi. Bernardo e io ci
guardiamo e restiamo in silenzio. Ci
infiliamo dentro uno dei mezzi pubblici
e all'autista do l'indirizzo di casa
mia.
La vita
è breve ed è giusto viverla al meglio.
Quello che più di tutto vorrei adesso
è di svegliarmi domani mattina nel mio
letto con Bernardo coricato accanto a
me, perché ho bisogno di lui per sapere
di esistere.
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