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SOTTO
IL SEGNO DEL
CANCRO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
L'autobus
della linea 3, quello su cui ho preso
posto, è popolato da un gran numero di extracomunitari
che non obliterano il biglietto e da
qualche anziano, rimbecillito, che
fatica ad arrivare a fine del mese con i
quattrini della pensione.
Manca poco a mezzogiorno,
il clima in città è umido, e fa
parecchio caldo. Fra non molto
raggiungerò l'Ospedale Maggiore,
dall'altra parte della città, e andrò
a occupare il mio posto di lavoro in
Clinica Ostetrica.
Mentre l'autobus transita
davanti alla farmacia Allegri di Via
della Repubblica osservo i led luminosi
dell'indicatore della temperatura,
sistemato sopra l'insegna del locale, e
mi accorgo che indicano 34 gradi.
L'anziana signora seduta
accanto a me, una balenottera di cento e
passa chili, armata di un minuscolo
ventilatore a batteria, seguita a
puntare le ventole dell'apparecchio
nella direzione del proprio viso
determinata a concedersi un po' di
refrigerio. Ci vorrebbe ben altro per
toglierle l'arsura dalla pelle,
perlomeno a giudicare dalle gocce di
sudore che le imperlano la fronte.
Tuttavia sarebbe sufficiente che
l'impianto di climatizzazione di cui
l'autobus è equipaggiato funzionasse
decentemente per darle sollievo. Magari
la ragione per cui l'impianto non è
efficace dipende soltanto dall'aria
calda che proviene dall'esterno
attraverso i finestrini i cui vetri sono
mantenuti abbassati dai viaggiatori.
Ostaggio del caldo osservo
con curiosità il genere di vita che conduce la
gente comune attraverso l'apertura del
finestrino. Le immagini della galleria
commerciale di Via Mazzini scorrono
dinanzi ai miei occhi come in un
cortometraggio.
La galleria commerciale è
affollata di uomini e donne affaccendati
nel portare a termine delle compere. Mi
perdo a guardare i loro volti mentre
entrano ed escono dai negozi portandosi
appresso borse colme di mercanzie di cui
probabilmente non hanno necessità.
Tutta colpa dei modelli di vita che
l'industria dei consumi ci propina
attraverso i media per essere felici. A
questo sto pensando mentre le folate
d'aria che entrano dalle aperture dei
finestrini non sopiscono il calore che
ho addosso, specie quello fra le cosce.
Stanotte ho fatto le ore
piccole, spostandomi da un locale
all'altro, in compagnia di un paio di
amiche. A letto ho smaniato per tutto il
tempo fino al risveglio, ed è colpa del
sogno erotico che ho fatto se mi ritrovo
in questo stato di eccitazione,
probabilmente.
Da un po' di tempo, nelle
notti che trascorro sola nel mio letto,
ho un sogno ricorrente. Immagino di
essere una delle concubina di un sultano
orientale, di vivere in un harem di
cinquanta donne controllate da eunuchi,
e di fare l'amore di volta in volta con
ognuna di loro anziché col sultano.
Stanotte, però, contrariamente al
solito, ho sognato di fare sesso con
un uomo. Ma non uno qualsiasi, perché quello
che mi è apparso in sogno era un prete.
Inginocchiata davanti alla
grata di un confessionale mi sono
ritrovata a confidare a un sacerdote i
miei peccati. Mentre gli raccontavo che
mi piaceva parecchio fare del sesso, specialmente
con sconosciuti, cosa assurda per chi mi
conosce, lui ha sospettato che gli
stessi nascondendo intenzionalmente
qualcosa, forse perché esitavo a
rivelargli certi particolari che invece
avrebbe voluto approfondire.
Quando ha voluto conoscere
i diversi modi in cui faccio l'amore,
gli ho confessato che agli sconosciuti
do a intendere che faccio tutto tranne
che baciare sulla bocca.
Che poi è la stessa frase
pronunciata da Giulia Roberts quando
Richard Gere, nel film Pretty Woman, la
ferma per strada mentre lei sta battendo
su un marciapiedi.
Il prete ha interrotto la
confessione e senza tanti preamboli mi
ha invitata a seguirlo in un luogo
attiguo alla sacrestia. Lì mi ha
infilato le mani sotto la maglietta e ha
iniziato a strizzarmi i capezzoli. Li ha
stretti e premuti a lungo con le dita
per farmi confessare i peccati che avevo
omesso. Ma non avevo nient'altro da
confessargli. Ho seguitato a dirglielo
anche dopo che ha ripreso a colpirmi i
capezzoli e a schiaffeggiarli
ripetutamente.
Mi ha obbligata a
inginocchiarmi davanti a lui, dopodiché
ha sbottonato l'abito talare e dalla
patta dei pantaloni ha tirato fuori il
cazzo. Senza troppi preamboli me lo ha
infilato in bocca e mi ha obbligata a
fargli un pompino.
E' un sogno strano, lo so,
una fantasia erotica che non sarò mai
in grado di realizzare, e poi preferirei
di gran lunga essere la concubina di un
sultano in mezzo a tante donne piuttosto
che scopare un prete.
Mi succede sempre più
spesso di fare sogni erotici e non so
spiegarmene la ragione. Forse ho solo
voglia di mutare e dare inizio a un
percorso nuovo e sconosciuto della mia
vita. Non è un capriccio il mio, ma una
necessità biologica a cui non posso
sottrarmi.
Non sono mai passata da un
amore all'altro per soddisfare le
passioni del mio corpo come fanno molte
delle mie amiche. Quello che desidero è
incontrare la persona giusta, quella che
mi accompagnerà per il resto della vita
e sono certa che prima o poi la troverò.
Sono ingenua lo so, ma
credo ancora nel colpo di fulmine. Sì,
certo, anche l'aspetto fisico della
persona di cui andrò a innamorami avrà
una certa importanza, non lo nego, anche
quella conta, e molto, ma la cosa più
importante è l'emozione che saprà
suscitarmi quando la incontrerò. Sono
certa che la passione mi farà andare il
cuore di corsa, avrò il polso
accelerato, le mani sudate, il respiro
mi si farà corto, e sarò
impossibilitata a spiaccicare una
qualsiasi parola, poi mi prenderà un
dannato desiderio di possederla quella
persona. In quel momento non starò a
chiedermi perché proprio lei e non un
altra.
Non ho una idea precisa di
ciò che mi guiderà nella scelta della
persona di cui andrò a innamorarmi.
Anche se a pensarci bene mi è sempre
capitato di essere conquistata da chi
aveva qualcosa di cui io non sono dotata
e che invece desidererei possedere. Ma
se devo essere sincera più di una volta
mi è capitato d'innamorarmi di chi non
rientrava nei canoni del modello che mi
sono costruita nella testa, forse perché
l'attrazione che in certi momenti della
vita si prova verso un'altra persona è
del tutto inconscia e prescinde da
qualsiasi logica. Sì, deve essere così,
ne sono certa.
Ho bisogno di sentirmi
amata, apprezzata, accettata per quello
che sono. Essere innamorata è stupendo,
infatti, quando mi è capitato d'esserlo
ne sono stata felice e inconsciamente ho
accettato tutto o quasi dalla persona
che amavo. E poi le cose che mi stavano
intorno, anche quelle che prima mi
sembravano brutte, da innamorata
assumevano una luce del tutto
particolare.
Quello che è certo è che
non voglio ritrovarmi a soffrire
di mal d'amore, questo no. Quando mi è
capitato d'esserlo pensavo a ogni ora del giorno
alla persona di cui ero innamorata,
mentre di sera, quando ero sola sotto le
lenzuola, mi rigiravo nel letto senza
trovare pace e finivo per toccarmi fra
le cosce fino allo sfinimento. Quello di
cui ho bisogno è di un rapporto
stabile, dell'amore con la A maiuscola,
quello vero. Ho voglia di tornare a fare
dei progetti, di pensare a un futuro
insieme, ecco di cosa ho bisogno.
Dal finestrino del bus mi
godo le immagini di questo mondo infame.
L'autobus ha raggiunto il Ponte di Mezzo
e scavalca il torrente in un
battibaleno. Manca poco più di un
chilometro alla fermata dell'Ospedale
Maggiore dove dovrò scendere per
recarmi al lavoro.
Sfoglio le pagine del
settimanale che stringo fra le dita e
gli occhi mi cadono sulla pagina degli
oroscopi. Do una sbirciata alle immagini
dei segni zodiacali e inizio a leggere
l'oroscopo che riguarda il mio segno: il
cancro.
OROSCOPO DEL CANCRO
settimana dal 20 al 27 luglio
L’elemento
Acqua spinge la donna Cancro a gettarsi nelle cose come
un fiume in piena, senza la benché minima prudenza.
Anche nel sesso, si butta a capofitto per affermare il
suo bisogno profondo di amore incondizionato.
Cenerentola è la fiaba archetipo associata alla donna
Cancro: lei venera il Principe a tal punto che alla fine
lui è disposto a passare il resto della vita ai suoi
piedi, con la scarpetta in mano!
Dal punto di vista sessuale, tanta
dedizione verso il maschile, fa sì che in realtà sia
molto “affamata” di sesso. Rapporti affannosi non
fanno per lei, che invece ama i rapporti intensi e
prolungati. I suoi rapporti sessuali, infatti, sono una
strana mescolanza di sentimentalismo esagerato,
devozione eccessiva e una tendenza a fare da mamma agli
uomini, cosa non sempre gradita. Quindi, La donna Cancro
rischia di diventare una che si sbaciucchia
continuamente il suo uomo, e gli sta continuamente
appiccicata. Il punto è che, attraverso il sesso, in
realtà lei esprime la sua profonda emotività repressa,
derivante da problemi affettivi di un’infanzia non
sempre felice.
Da un punto di vista sessuale, prima
di diventare “l’angelo del focolare” dipinta nei
testi astrologici, la donna Cancro è una delle più
visceralmente sfrenate, nel senso che si presta a tutto,
non rifiuta nulla, può andare a letto col suo uomo e
anche con un’altra donna, se a lui fa piacere. Non ha
limiti nella sua abnegazione. Tuttavia, questa libertà
sessuale, ci ricorda quella delle società immaginarie,
in cui il maschio viene utilizzato per il piacere e la
procreazione e poi divorato, o meglio sostituito.
La donna Cancro vive dunque, più di
ogni altro segno, una sorta di “magia”: attraverso
l’esperienza sessuale, senza mai perdere se stessa,
trae il proprio nutrimento emotivo, si libera
dell’angoscia esistenziale che la opprime e poi, una
volta “energizzata”, può convogliare l’energia
dove meglio crede, lavoro, figli, o semplicemente, se
stessa.
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Ormai sono prossima alla fermata dell'Ospedale Maggiore. L'autobus ha superato
la rotonda di barriera S.Croce e occorre che mi prepari a scendere. Mi alzo dal seggiolino e a fatica, scansando il ventilatore della donna cannone che mi sta seduta accanto, raggiungo una delle porte d'uscita del mezzo pubblico.
Il caldo per strada è insopportabile, oltre a ciò mi è venuto il singhiozzo. Mi succede spesso quando scendo da un autobus, ma non so spiegarmene la ragione. Dura giusto un paio di minuti poi torno a essere normale, perlomeno come può esserlo una lesbica come me.
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