Lorenzo
non dà mai troppa importanza alle mie
parole, specie quando gli scarico
addosso le difficoltà che incontro
quotidianamente sul posto di lavoro.
Quando gli parlo dei miei problemi la
sua mente vaga altrove, occupato com'è
nel rincorrere altri pensieri,
spingendomi ogni volta a non insistere
con i miei discorsi. La natura degli
scambi verbali che intercorrono fra noi
è un problema che abbiamo dall'inizio
della nostra conoscenza, infatti, ha
sempre sostenuto che sono una donna che
parla troppo, mentre di vero c'è che è
lui che parla poco. In tutti questi anni
ci siamo sempre parlati, seppure
distrattamente, ma questo non significa
che non ci siamo mai ascoltati. Da un
po' di tempo abbiamo smesso di fare l’amore.
Lui non avverte alcuna attrazione fisica
verso di me, non scambiamo un bacio da
tempo memorabile e se i nostri corpi si
sfiorano accade soltanto casualmente
quando dormiamo nel medesimo letto,
altrimenti non ci cerchiamo mai. Poco
per volta, giorno dopo giorno, fra noi
si è creato il vuoto. Abbiamo innalzato
un muro di ipocrisie a protezione di noi
stessi che ci fa sentire buoni amici e
nient’altro, e non avvertiamo il
bisogno di abbatterlo. Stiamo bene
così.
Sprofondato sulla poltrona, occhi
spenti, viso cereo, avvilito più del
solito, Lorenzo è arrivato alla fine
del bicchiere di whisky che stringe
nella mano. Gli sto di fronte, seduta
sul divano, mentre alla tivù va in onda
la replica notturna di un ignobile
programma di Maria De Filippi, trasmesso
su Canale5 nel primo pomeriggio, che ha
come protagonisti uomini e donne alla
ricerca di un partner da corteggiare.
Stasera, quello che voglio, è
affrontare una volta per tutte la
scomoda verità che Lorenzo tende a
nascondermi, anche se credo di
conoscerla già. Sono decisa a farlo e
non mi tirerò indietro.
- Non pensi che dovremmo essere sinceri
e raccontarci tutte le verità che
nascondiamo all’altro? Che ci succede?
Cosa c'è che non va fra noi? - gli
chiedo.
- Niente. - mi risponde abbassando gli
occhi sul bicchiere vuoto di whisky.
- Posso fare qualcosa per te?
- No.
- Non sai dire altro?
Le mie parole non sembrano scuoterlo dal
torpore in cui è precipitato da un po’
di tempo, mentre vorrei incoraggiarlo a
uscire dal suo guscio di riservatezza.
Si passa la lingua sulle labbra e
deglutisce della saliva. Sbatte più
volte le palpebre e cerca in tutti i
modi di mantenere la calma. Tutt’a un
tratto mi trovo con il cuore che batte
celermente, il respiro mi si è fatto
rapido ma non è affannoso.
- Sono innamorato di un'altra donna. Mi
spiace parlartene, ma è la verità. E’
questo questo che volevi sentirti dire?
Beh, adesso lo sai.
Superate le paure che lo angustiano
finalmente si è deciso a spiaccicare le
parole che volevo pronunciasse già da
un po' di tempo. L'impressione che ne
ricevo è che finalmente vuole liberarsi
di un peso che lo opprime.
- Non mi ami più?
- Sì, ti amo ancora.
- Ne sei sicuro?
Negli ultimi mesi ho cercato, invano, di
comprendere le ragioni del suo
mantenersi a distanza da me, poi sono
giunta alla conclusione che nella sua
vita c'è un'altra donna. Ma non è una
delle troie con cui scopa
saltuariamente. Questa la ama, ma dice
che ama anche me. Sostiene che condivide
con me quella complicità che ritiene
essenziale nella vita di una coppia, ma
che quindici anni di vita in comune lo
hanno logorato. Ha bisogno di incontrare
altre donne perché soltanto facendo
sesso con loro si sente vivo. E non ha
torto perché succede pure a me.
Rimaniamo in silenzio, seduti una di
fronte all'altro, guardandoci dritti in
viso, indecisi su come proseguire nel
discorso che stiamo affrontando, poi
riprende di nuovo a parlare. La sua voce
è lieve, e mi suona triste.
- Mi duole confessarti che c'è un'altra
donna nel mio cuore, ma non posso farne
a meno della sua presenza nella mia
vita. E’ diventata troppo importante
me.
- Chi è l'altra? La conosco?
- No
- E adesso cosa faremo?
- Non lo so. Vuoi che me ne vada da
casa?
- No, ma voglio capire.
- E tu vuoi lasciarmi?
- Non adesso. Ma se non mi ami più lo
farò.
- Ti amo, ancora.
- E l'altra?
- Amo anche l'altra. Sì, amo anche lei.
Lo trovi strano?
- E lei ti ama?
- Sì, mi ama.
- E’ impossibile amare due persone in
eguale misura contemporaneamente.
- Eppure è così.
Quello che provo verso Lorenzo non è
né collera, né rancore, né gelosia, e
neppure ostilità. Vorrei porgli delle
domande sulla loro intimità, sui modi
che fanno l’amore, ma non ne sono
capace. Ma sono troppo curiosa per
ritrarmi e butto lì una domanda.
- Siete andati a letto insieme?
- Sì.
- Parecchie volte?
- Sì.
- Sono indiscreta se ti chiedo da quanto
tempo va avanti la vostra storia?
- Circa tre mesi.
- E tutte due stiamo ad aspettare una
tua decisione...
- Aspettare cosa?
- Che tu decida chi scegliere fra me e
lei.
- Dovrei rompere con te o con l'altra?
- Se seguiti ad andare letto con lei,
allora dovrai rompere con me.
- Perché?
- Perché non mi va di condividerti con
un'altra donna che ami. Avrei preferito
che non me ne parlassi, visto che non
hai deciso chi scegliere fra noi due. Mi
hai messo di fronte a un fatto compiuto,
e mi è rimasta soltanto una sola
possibilità.
- Ho bisogno di tempo. - dice dopo un
lungo silenzio.
Non gli rispondo. Mi sforzo di non
farlo, anche se vorrei urlargli addosso
tutta la mia rabbia. A ‘sto punto può
dire ciò che vuole che tanto non ho
più voglia di stare ad ascoltare le sue
parole. A fatica mi alzo dal divano, mi
allontano dalla stanza, e mi dirigo
verso il bagno. Davanti allo specchio mi
intrattengo a guardare l'immagine
riflessa del mio viso e non mi
riconosco. Quello che vedo è il volto
di una donna sconfitta, stanca e
debilitata, ma non so accettarmi così.
Furiosa esco di casa sbattendo la porta
alle mie spalle. Salgo in macchina e
prendo la direzione del centro città
senza avere una meta precisa. Detesto la
mia vita perché sono una donna piena di
contraddizioni, ma tutto quello che
voglio stanotte è di affogare il dolore
ubriacandomi fintanto che mi stordirò
annullandomi.
Alla guida del Maggiolino Wolkswagen
mi muovo in giro per la città. Sono
tesa, nervosa, entro e esco da bar e
caffetterie soffermandomi a consumare
alcolici, ma nessun locale mi sta bene.
Ho voglia di scopare, una dannata voglia
di scopare! Mi succede sempre quando
sono nervosa. Io e Lorenzo siamo una
coppia aperta, infatti, è da parecchio
tempo che frequentiamo locali dove si
pratica lo scambio di coppia,
consapevoli di rompere la monogamia. E’
una pratica erotica pari a tante altre,
infatti, non la consideriamo un
tradimento, anzi siamo tutt’e due
contenti quando l’altro gode e si
diverte nel fare sesso con altre coppie.
Prima di conoscere Lorenzo ho avuto
anche un paio di storie importanti,
durate un paio d'anni, con uomini che
adoravo e stimavo, conosciuti sul posto
di lavoro. Storie che mi hanno lasciato
ricordi di passione e amore
adolescenziale avendole vissute come
appartenessero a dei sogni, immaginando
che fossero amori assoluti cogliendo
nelle persone che ho amato soltanto le
qualità, idealizzandole, e quindi
provando cocenti delusioni.
Storie che sono finite male, dopodiché
ho conosciuto Lorenzo e mi sono sposata
con lui riproponendomi di non cadere
più nella tentazione d’innamorarmi di
altri uomini, però l’ho sempre
tradito. Sono andata a letto con molti
uomini in questi quindici anni di
matrimonio. L’ho fatto con amici,
mariti di amiche, colleghi e uomini che
ho incontrato casualmente. Ancora oggi
non riesco a smettere di andare a letto
con sconosciuti perché sono sempre alla
ricerca del piacere proibito capace di
provocarmi quella scarica di adrenalina,
mista a puro godimento passionale, a cui
non so rinunciare. Capisco al volo
quando l'altro ci sta ed è sempre una
sensazione reciproca che sbuca in un
sesso selvaggio e appassionato. E
stasera so già che potrebbe accadere di
nuovo, anzi ne sono certa.
Quando raggiungo l’Oltretorrente
arresto l'automobile dinanzi all'osteria
di Bruno. Ho la figa in calore, anzi è
in liquefazione e fa le capriole. Sono
tremendamente eccitata e mi sbatterei
qualunque maschio, brutto o bello, che
me la chiede. Il locale, un circolo ARCI
frequentato perlopiù da studenti
universitari della vicina facoltà di
lettere e filosofia, situata nell’edificio
che ospita le due torri dei Paolotti,
sta per chiudere i battenti. L’osteria
è desolatamente vuota. Soltanto quattro
persone, probabilmente studenti
universitari, stante la giovane età,
sono presenti nel locale. Occupano un
tavolo d’angolo, vicino alla porta dei
bagni e giocano alle carte. Mi avvicino
al bancone della mescita conscia di
avere su di me gli sguardi dei quattro
giovani e saluto Bruno. Sono vestita in
modo appariscente e volgare per una
donna della mia età, infatti, indosso
una minigonna di pelle nera con cerniera
zip sul davanti, fatta apposta per
sedurre, abbinata a un top total black a
spalline sottili, di colore bianco. Sono
priva di reggiseno perché
allontanandomi da casa non mi sono
preoccupata d’indossarlo. Mentre le
mutandine non le indosso mai.
- Ciao, Elena, sei sola? - sono le
parole che biascica Bruno appena mi
vede.
- Sì.
- Ti servo qualcosa da bere?
- Cosa mi dai?
- A una donna come te, sono pronto a
dare tutto quello che vuole.
- E tu che ne sai di quello che ho
bisogno?
- Si vede lontano un miglio che hai
voglia di scopare.
- Davvero?
- Sì.
Ho fatto sesso con Bruno una sola
volta ed è accaduto un paio di mesi fa.
In quella circostanza mi aveva riempito
di complimenti finendo per dirmi che gli
sarebbe piaciuto scopare con me.
Lusingata da quell’insolente richiesta
avevo accondisceso a fare sesso con lui,
senza pensarci troppo, perché mi aveva
fatto piacere sentirmi dire che a
quarant’anni ero considerata una donna
desiderabile.
Fisico da rugbista Bruno non è né
bello né affascinante, ma simpatico
sì. Dentro di me, in quella occasione,
mi ero detta "Cosa stai facendo?
Vattene! Scappa!" ma ero troppo
eccitata per tirarmi indietro. Nello
sgabuzzino del bar, dove mi aveva
trascinata, ogni carezza mi aveva dato
fastidio, ogni bacio nauseata per la
puzza di sudore che aveva sulla pelle.
Mentre mi spogliava mi aveva riempito di
complimenti, ma invece di darmi piacere
le sue parole mi avevano disgustata. Il
sesso non era stato piacevole ma per
fortuna non era durato a lungo. Era
venuto nella mia bocca dopo che mi ero
inginocchiata ai suoi piedi e gli avevo
succhiato l’uccello fino a fargli
traballare lo scheletro per l’eccitazione.
- Ho di nuovo voglia di te. Ricordo
bene come mi hai fatto godere quando
abbiamo fatto sesso nello sgabuzzino.
- Beh, stavolta non penso che saresti in
grado di soddisfare i miei bisogni. Ho
molti arretrati! Ci vorrebbero almeno
quattro uomini, grandi e grossi come te,
per soddisfare le voglie della mia
passera.
- Quattro uomini?
- Beh, già il solo pensiero di avere a
disposizione quattro cazzi tutti per me
mi eccita da morire.
- Ci credo!
- Nel mio immaginario c’è di
riuscire, prima o poi, ad avere un
rapporto sessuale con due o più uomini
contemporaneamente. Non ho freni
inibitori, ma alla mia età rimane una
fantasia sessuale difficilmente
realizzabile.
- Conoscendoti ho dei dubbi… mi stai
prendendo per il culo, vero?
- No, ma superato il problema della mia
età penso che per molti giovani fare
sesso con me potrebbe essere assai
piacevole.
- E non sbagli. Basta leggere su
internet le testimonianze di chi pratica
il sesso di gruppo per rendersene conto.
- Non ho mai provato nemmeno il sesso a
tre, ma farlo con più uomini mi
intrigherebbe. Naturalmente la
composizione del gruppo dovrebbe essere
di mio gradimento, non credi?
- Beh, potresti farlo con quelli che
occupano quel tavolo. - dice Bruno
indicandomi il gruppo di quattro ragazzi
impegnati a giocare a carte. Giro la
schiena e volgo lo sguardo verso di
loro, dopodiché torno a parlare con
lui.
- Non male… non male.
Il rapporto a quattro sembra pronto a
decollare, anche se più di un pensiero
negativo si è fatto largo nella mia
mente. Infatti, se è normale per
qualsiasi donna, messa di fronte a una
esperienza di questo tipo, avere paura
delle conseguenze che potrebbe esserci
in un secondo tempo, mi stuzzica l’idea
di scopare con quattro uomini
contemporaneamente. Il sesso praticato
con una ammucchiata di uomini è una
delle mie fantasie più ricorrenti,
forse perché fra gli uomini penso che
ci sia molto cameratismo, specie se sono
amici, e quindi potremmo sentirci tutti
a nostro agio e al sicuro da sorprese.
- Mi chiedo se davvero hai voglia di
trasgredire e sperimentare qualcosa di
nuovo, andando alla ricerca di un
piacere sessuale diverso. Spesso la
routine, la monotonia e gli stereotipi
ci inducono a mettere da parte fantasie
e desideri fondamentali che invece
servono a tenere viva la passione e
stimolare i cinque sensi, arrivando a
fare anche del sesso estremo con fiducia
e serenità. Ti va di provare?
- Posso provarci… ma ho bisogno di
uomini veri dotati di un buon
manganello. Mi sono spiegata?
- Abbi fiducia.
Bruno, rimasto per tutto il tempo della
nostra conversazione dietro il bancone
si avvicina alla porta d’uscita dell’osteria,
abbassa la saracinesca e viene verso di
me. Il rumore provocato della
saracinesca abbassata incuriosisce il
quattro maschi, impegnati a giocare alle
carte, di cui uno di loro ha la pelle
scura come il tabacco, che girano lo
sguardo verso la porta d’uscita.
Resto in attesa che Bruno faccia di me
ciò che vuole. Voglio essere insultata,
oltraggiata e perfino schernita, mentre
faccio sesso con lui e gli altri uomini
presenti nel locale, e poi sono pronta a
urlare di gioia dopo che avrò succhiato
il cazzo a tutti loro.
- Spogliati! - mi ordina Bruno quando me
lo trovo davanti. Addosso ho poco o
niente, solo la gonna e la camicetta. In
un batter d’occhio mi ritrovo nuda
osservata dagli altri uomini, seduti al
tavolo da gioco, stupiti dallo
spettacolo che so dando a loro gusto e
piacere, se vorranno partecipare al
gioco che sta per iniziare.
Bruno mi gira d’intorno affamato del
mio corpo. Le sue mani mi sfiorano la
pelle, accarezzano le curve in rilievo
delle natiche, poi è la volta dei seni,
infine si sofferma a mordermi i
capezzoli resi turgidi dai movimenti
delle sue labbra. Tutt’a un tratto gli
uomini impegnati a giocare alle carte
abbandonano il tavolo e me li ritrovo in
piedi, circondata dai loro corpi. A
ciascuno abbasso, con una certa fatica,
la cerniera della patta e gli estraggo
il cazzo. Mi ritrovo circondata da
quattro uomini impegnati a masturbarsi,
dopo che Bruno si è messo da parte e
non ne capisco la ragione. Mi
inginocchio ai loro piedi impaziente di
succhiare la cappella di ciascuno. Nella
bocca sento crescere poco per volta il
cazzo dell’uomo dalla pelle nera
dotato di un gingillo di carne niente
male. Seguito a mungerlo abbrancandogli
le natiche con entrambe le mani, mentre
tengo le labbra serrate attorno alla
cappella. Trema tutto quando viene
sborrandomi nella bocca.
E’
un gioco perverso quello che ho messo in
atto, nemmeno mi rendo conto di quello
che sto facendo. L’unica cosa che m’importa
è che sto godendo, questo e basta. Nel
volgere di poco tempo riesco a fare
sborrare i quattro studenti universitari
soddisfacendo il mio palato.
Bruno è rimasto a guardarci per tutto
il tempo, probabilmente eccitandosi nell’assistere
al gioco che ho portato avanti davanti
ai sui occhi. Adesso esige la sua parte
di piacere. Rifiuta di farsi succhiare l’uccello
come ho fatto con gli altri uomini.
Vuole qualcosa d’altro da me. E io
sono disposta a darglielo.
Mi circonda le braccia intorno alle
tette e mi obbliga a stendermi sul
pavimento. Mi divarica le gambe,
aiutandosi col palmo delle mani, e si
tuffa con le guance fra le mie cosce.
Incomincia a leccarmi la figa,
dedicandosi soprattutto a mordere e
leccare le grandi labbra. Chiudo gli
occhi mentre più di un brivido di
calore mi trapassa la vagina. Scende con
la lingua lungo la linea del perineo, e
va dritto verso l’ano. Ha preso a
leccarmi nella vagina, ci passa dentro
la punta della lingua finendo con l’incunearsi
sempre più in profondità. Si dilunga
in una maratona di baci sulle piccole e
grandi labbra facendomi sentire sulla
pelle l’alito caldo del suo respiro.
- Sei bellissima! - mi sussurra all’orecchio,
eccitandomi ancora di più mentre si
danna l’anima ha succhiarmi il
clitoride divenuto grosso e turgido come
una arachide.
Tutt’a un tratto mi circonda le
braccia intorno ai fianchi e mi obbliga
a mettermi carponi sul pavimento. Mi
ritrovo piegata, con il mento chino a
sfiorare le mattonelle, e le natiche in
rilievo. E’ lesto a insinuarsi con il
suo manganello di carne dentro la
vagina, probabilmente compiaciuto per
averla trovata bagna fradicia di umore.
Mi cavalca muovendo il cazzo avanti e
indietro con rabbia e io lo assecondo
dimenando il bacino animata dalla voglia
di trattenerlo più a lungo dentro di
me.
Dopo di lui è la volta di ciascuno
degli altri uomini che mi scopano nella
posizione alla pecorina. L’ultimo
vorrebbe scoparmi nel culo ma non glielo
permetto, rivoltandomi sul pavimento.
Allora mi è sopra, ma sono brava a
capovolgere la situazione. Mi seggo
sulle sue cosce e a smorzacandela lo
scopo io.
Andiamo avanti per il resto della notte
a scopare. All’alba, dopo ore di sesso
sfrenato, sto male. E la ragione è che
mi sarebbe piaciuto, uscendo dall’osteria,
avere accanto a me Lorenzo. Questo
perché nessuna altro uomo, anche se
super dotato, può essere migliore di
lui. Purtroppo sto per perderlo dopo che
ha deciso di allontanarsi da me per
mettersi insieme a un’altra donna.
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