E' chiamato drabble un racconto
  di senso compiuto di 100 parole, non una di più, non una di meno.   

   Il rumore dei bottoni mentre armeggi attorno alle asole della camicetta per calcarli fuori. Il suono del ferretto del reggiseno che si sgancia. Le scarpe che capottano sul pavimento. Quello della zip della gonna che scende depositandosi sul parquet, appena sotto le caviglie. Il fruscio del nylon mentre sfili una per volta le autoreggenti. Di solito preferisci metterti sul letto già "accogliente" e guardarmi mentre, come dici tu, mi spoglio con aria di sfida, armeggiando con la cinghia dei pantaloni e di seguito abbassare lo zip, sino a mostrarti il cazzo in piene erezione. Stasera tocca a me guardarti. Troia!