E' chiamato drabble un racconto
  di senso compiuto di 100 parole, non una di più, non una di meno.   

   Il ricordo che ho dei pomeriggi trascorsi all’oratorio dei missionari Stimmatini, nell’Oltretorrente, è di momenti felici. Le occasioni di distrazione, vissute giocando con gli amici, erano varie e particolarmente assortite, a cominciare dalle fantastiche e interminabili partite col pallone che mettevamo in atto nel polveroso cortile, oppure sfidandoci nei tornei di calciobalilla. E' all'oratorio che ho imparato a giocare a scacchi che preferivo alla dama, poi mi piaceva giocare col flipper e il biliardo, ma più di tutto amavo appassionatamente sfidare gli amici a Monopoli. Le partite erano interminabili e raramente si arrivava a definire un vincitore.