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PER QUALCHE EURO IN PIU'
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Dopo
avere prestato ascolto ai consigli di
Marco e Francesco, compagni di liceo,
Walter giunse alla conclusione che per
procurarsi facilmente del denaro avrebbe
dovuto mettersi a spacciare sostanze
stupefacenti fra le mura della scuola,
oppure offrire prestazioni sessuali dietro pagamento
come da tempo facevano loro due.
La paghetta che i
parsimoniosi genitori gli assegnavano
settimanalmente, era appena sufficiente
per pagarsi la benzina del motorino,
mentre Rosanna, la ragazza con cui
faceva coppia fissa da poco più di un
mese, lo aveva indotto a dare fondo a
tutti i risparmi per fare colpo su di
lei, ciononostante non era riuscito a
scoparla.
Con Rossana aveva praticato
del petting, riuscendo soltanto a
palparle le tette e infilarle
saltuariamente le mani fra le cosce, e
nulla più: nemmeno una sega era
riuscito a farsi fare, convincendosi che
per arrivare a consumare un vero e
proprio rapporto sessuale avrebbe dovuto
gratificarla facendole dei regali
importanti, come aveva fatto con tutte
le ragazze che in precedenza avevano
fatto breccia nel suo cuore. Espediente
di cui si era servito per raggiungere
l'obiettivo che si era prefisso:
arrivare a godere della loro fica.
Ricevere continui rifiuti
da parte di Rossana lo aveva reso
collerico. Il desiderio di infilale l'uccello fra le cosce, scopandola sino
a farla urlare di piacere, si era
trasformato in una ossessione che
l'aveva costretto a masturbarsi
ripetutamente per calmare l'ansia. E poi
la confidenza che lei gli aveva fatto,
rivelandogli di essere vergine, aveva
accentuato la voglia di possederla.
A tutto era disposto pur di
riuscire a scoparla, anche a mettere in
pratica i consigli dei due amici che
insistevano affinché si facesse
succhiare l'uccello da qualche uomo. In
questo modo sarebbe riuscito a
procurarsi il denaro necessario per fare
dei regali alla ragazza.
- Per una marchetta non è
mai morto nessuno. - avevano insistito
Marco e Francesco, seduti insieme a
Walter a un tavolo del bar Verdi,
indicandogli un uomo sulla cinquantina
con cui, a loro dire, loro stessi si
erano prostituiti un paio di volte in
cambio di una cospicua somma di denaro.
- Quell'uomo paga molto
bene. - insistette Marco. - Non immagini
quanto denaro ci ho ricavato.
- Cioè?
- Mi ha consegnato la
bellezza di due biglietti da cinquanta
Euro perché lo lasciassi libero di
farmi una sega. - lo rassicurò Marco.
- Accidenti! Così tanti
soldi per una sega?
- Sì.
- E a te Francesco cosa ti
ha fatto?
- Niente di speciale! Una
pompa! Mi ha proposto di succhiarmi
l'uccello per duecento Euro e io ho
accettato. Che altro avrei dovuto fare?
Nemmeno in occasione del Natale i miei
genitori mi hanno fatto dono di una
cifra consistente come quella.
- Davvero hai accettato che
te lo succhiasse? - disse con aria
stupita Walter.
- Sì.
- Non ci credo. Stai
scherzando, vero?
- Mentre era intento a
farmi una pompa ho mantenuto chiusi gli
occhi e ho pensato alla mia ragazza,
immaginando che fosse lei a succhiarmi
l'uccello. Ti assicuro che non ho
trovato nessuna differenza rispetto a
quando a succhiarmelo c'è lei. -
confermò Francesco.
- Dici sul serio?
- Te lo assicuro, tu devi
soltanto provare e ti accorgerai che
quello che ti sto dicendo è vero. -
sorrise Francesco.
- Mah!
- Seguiti ad avere dei
dubbi, ma fai male. - intervenne Marco.
- E voi due come avete
fatto a entrare a contatto con
quell'uomo? E' stato lui ad avvicinarvi
e a proporvi del denaro in cambio di
prestazioni sessuali oppure siete stati
voi a proporvi?
- E' stato abbastanza
semplice avvicinarlo, più di quanto
puoi immaginare. Bazzica spesso in
questo bar alla ricerca di ragazzi da
adescare. Consapevole di quali sono le
sue necessità l'ho avvicinato e gli ho
chiesto se era interessato alla mia
persona, dopodiché abbiamo trattato sul
prezzo e il tipo di prestazione. - disse
Francesco stupendo non poco Walter per
il modo sfrontato con cui gli stava
parlando della marchetta che aveva
portato a compimento.
- E avete trovato subito
l'accordo economico?
- Sì.
- Cazzo! Non so se sarei
mai capace di fare ciò che avete
portato a termine voi. Siete stati
coraggiosi.
- Scherzi?
- Affatto, perché ci vuole
parecchio fegato per andare da un uomo e
dirgli di essere disponibili a farsi
fare una sega o una pompa in cambio di
denaro. Spero che non vi sarete anche
offerti di metterglielo nel culo o
magari essere passivi accettando di
mettergli a disposizione il vostro
didietro!
- Non se ne parla proprio!
Io ci tengo al mio culo! - disse Marco
con tono di voce greve.
- Qualche protezione
l'avete messa in atto?
- Cioè? - intervenne
Marco.
- Ma non avete avuto paura
di contrarre qualche malattia?
- Beh, non credo che si
corra il rischio di rimanere contagiati
da qualche malattia infettiva se uno
decide di farsi fare una sega. - disse
Marco.
- Beh, però con una pompa
si entra direttamente a contatto con la
saliva. Non è rischioso?
- Infatti, l'ho
incappucciato prima di farmelo
succhiare. - disse Francesco.
- Ah! Buono a sapersi.
- Lui probabilmente ti
proporrà di farlo senza preservativo
perché il contatto diretto della bocca
con la sottile pelle della cappella lo
fa godere in maggiore misura, magari
potrebbe allettarti con una cifra più
alta rispetto a quella che ha dato a me
se accetti di non ti proteggerti col
preservativo.
- Ne vale la pena?
- La protezione migliore
per evitare di contrarre le malattie
trasmissibili sessualmente è quello di
fare ricorso al preservativo, specie se
si ha a che fare con uno sconosciuto. In
ogni caso i rischi di trasmissione sono
molto bassi quando si pratica il sesso
orale rispetto ai rapporti anali o
vaginali. Sta a te decidere se sei
disposto a rischiare o meno in base al
denaro di cui hai bisogno. - concluse
Francesco.
- Beh, duecento Euro mi
farebbero davvero comodo. - ammise
Walter pungolato dalla possibilità di
un facile guadagno.
- Allora fai l'esperimento.
Ti costa tanto provarci? L'uomo di cui
ti abbiamo fatto cenno è quello là. -
disse Francesco indicando un uomo in
lontananza.
- No, affatto, ma non so
nemmeno se e mi verrà duro. E poi se
non lo soddisfo va a finire che quello
si rifiuterà di darmi i duecento Euro,
giusto?
- Se non provi a fartelo
succhiare non saprai mai cosa ti potrà
succedere. - disse Marco.
- E allora come mi debbo
comportare per fargli capire... - disse
girando il capo verso l'uomo, seduto in
fondo al bar, poco distante dalla porta
dei bagni. - ...che sono disposto a
farmelo succhiare?
- Non ti preoccupare,
avvicinati al tavolo dove sta seduto.
Fermati un attimo dinanzi a lui e poi
fagli cenno di seguirti nel bagno,
magari strizzandogli l'occhio. Lui capirà
che sei disposto ad assecondarlo e ti
verrà d'appresso. - disse Francesco che
pareva più sgambato di Marco.
- E poi?
- Beh, per prima cosa devi
spiegagli cosa sei disposto a farti
fare. Ricorda che la tariffa per una
sega è di cento Euro, mentre è di
duecento se te lo fai succhiare.
Pattuita la somma fatti consegnare il
denaro prima che lui entri in azione.
Hai capito? Denaro anticipato! - disse
Francesco.
- Sì, certo, ma dopo come
mi comporto?
- Afferra i soldi, mettili
in tasca, ed entra in uno dei cessi
insieme con lui. - disse Marco.
- Ah.
- Appena dentro al
gabinetto puntellati con la schiena
contro una delle pareti e lascia che sia
lui a slacciarti la cinghia dei
pantaloni e proceda ad abbassarti la
cerniera della patta.
- Non ne sarò mai capace,
lo so già.
- Chiudi gli occhi e prova
a pensare che a succhiartelo è una
ragazza. Ti piace fartelo succhiare, no?
- disse Francesco.
- Sì.
- Se ti comporterai in
questo modo lui lo apprezzerà, te lo
assicuro. - concluse Francesco.
- Io però non ho con me il
preservativo. Lui ne sarà provvisto?
- Non lo so, può darsi,
anzi sì perché quando me lo ha
succhiato me lo ha infilato lui.
- Non penso di essere in
grado di farlo, mica sono frocio io.
- E noi due allora secondo
te siamo froci? Ormai dovresti
conoscerci bene per sapere che non li
siamo. Quello che conta a 'sto mondo è
il denaro, solo quello conta nella vita,
giusto? - disse Francesco.
- Hai ragione.
- Beh, allora cosa aspetti
ad andare da lui, dai... muoviti. -
disse Marco
- Non mi avete indicato
qual è il suo nome e la professione.
- Davvero t'interessa
sapere il suo nome? E' meglio che lui
non sappia il tuo e tu il suo. Mentre
per quanto riguarda il mestiere posso
dirti che è un ricco commerciante. Meno
ci parli e meglio è, ricordalo! Per
nessun motivo devi fare riferimento a me
e Marco, capito? Tu non ci conosci! -
disse Francesco.
- Okay!
- Adesso vai da lui, noi ti
aspettiamo qui. Dopo ci fai sapere se la
cosa è andato a buon fine. - disse
Francesco.
- Vi lascio in custodia lo
zainetto con dentro i libri di scuola e
vado.
Walter abbandonò il tavolo
dove era in compagnia dei due amici e
prese la direzione dei bagni, là dove
stava di guardia il tizio che avrebbe
dovuto adescare. Quando fu a pochi passi
dall'uomo gli fu più chiaro con chi
avrebbe avuto a che fare.
Il tizio mostrava d'avere
una cinquantina di anni. Capelli
brizzolati, rasato di fresco, indossava
giacca e cravatta e l'aspetto era quello
di un uomo distinto; assai lontano
dall'apparire un frocio.
A un metro dal tavolo dove
l'uomo era seduto Walter arrestò il
passo. I loro sguardi s'incrociarono per
qualche istante con gli occhi che
rimasero sospesi nell'aria. Walter si
affrettò a fargli un cenno del capo e
strizzò in modo esagerato la palpebra
di un occhio per dargli a intendere che
era disponibile.
Walter varcò per primo la
porta del bagno, si avvicinò al
lavandino e aprì il rubinetto
dell'acqua. Rimase col capo chino a
lavarsi le mani in attesa che l'uomo lo
raggiungesse. Il rumore della porta che
si apriva alle sue spalle lo avvertì
del sopraggiungere di una nuova presenza
nel locale dell'antibagno.
- Cento Euro se ti va di
farmi una sega, altrimenti sono duecento
se vuoi succhiarmelo. - disse Walter in
modo perentorio come gli avevano
suggerito di fare i due amici.
- Te né do duecento
soltanto se te lo fai succhiare, ma
senza guanto.
Walter rimase taciturno,
indeciso sul da farsi, poi chiuse il
rubinetto dell'acqua e si rivolse
all'uomo.
- Pagamento anticipato,
s'intende.
- Giusto.
L'uomo tolse dalla tasca
dei pantaloni il portafoglio e ne
estrasse quattro biglietti da cinquanta
Euro che si premurò di consegnare nella
mano di Walter.
Sino a quel momento tutto
si era svolto nel modo che gli avevano
anticipato i due amici. Si fece coraggio
e seguì l'uomo quando questi gli indicò
d'entrare per primo in uno dei due
gabinetti.
Appena fu dentro la prima
cosa che fece fu di puntellare la
schiena contro una delle pareti,
dopodiché rimase in attesa che l'uomo
chiudesse la porta col chiavistello.
La frequenza del battito
cardiaco gli era aumentata in modo
considerevole, tanto che il cuore pareva
uscirgli dal petto tanto pulsava forte.
Lasciò che l'uomo lo liberasse dai
pantaloni che precipitarono sul
pavimento insieme alle mutante.
Diversamente da quanto si era immaginato
si ritrovò con il cazzo in piena
erezione e di questo se ne vergognò.
L'uomo gli prese nella mano
lo scroto e lo carezzò fintanto che,
sollecitato dal movimento delle dita,
assunse un forma compatta. Seguitò a
carezzare l'uccello, senza masturbarlo,
stando in piedi, fintanto che avvicinò
il proprio corpo contro quello di
Walter, poi cominciò a strusciarsi
ripetutamente contro di lui che,
imbarazzato, non seppe come comportarsi
sorpreso dall'atteggiamento da depravato
dell'uomo.
Il contatto col corpo
dell'uomo eccitò Walter a dismisura. Il
respiro gli si fece affannoso e la cosa
lo sorprese perché non aveva messo in
conto che si sarebbe potuto eccitare in
quella situazione. Ma se lui aveva il
respiro in affanno l'uomo sbuffava come
una locomotiva a vapore stimolato
dall'eccitazione che si portava addosso.
Tutt'a un tratto l'uomo
s'inginocchiò ai piedi di Walter, gli
afferrò le palle con una mano e
l'uccello con l'altra, poi avvicinò la
cappella alle labbra. Prima di
cominciare a succhiare fece scorrere la
lingua tutt'intorno alle labbra per
inumidirle della propria saliva,
dopodiché guardò in alto come fosse
sua intenzione mostrare a Walter ciò
che si apprestava a fare.
Aprì solo in parte la
bocca come se fosse sua intenzione
ridurre lo spazio in cui sarebbe passato
l'uccello. Prima di infilarlo dentro le
labbra soffiò sopra la cappella
dell'alito caldo, poi tirò fuori la
lingua e la passò sulla cappella per
stuzzicarla. Mentre si adoperava in
questa serie di azioni non smise, con la
mano che stringeva lo scroto, di
massaggiargli le palle grattandole
leggermente, facendo scivolare di tanto
in tanto le dita nell'area del perineo,
particolarmente sensibile, e arrivare
sino all'ano, stuzzicandolo prima di
decidersi a succhiare l'uccello per
intero.
Nessuna ragazza gli aveva
mai fatto una pompa simile. La cosa
sorprese Walter che si trovò eccitato
più del normale, specie dopo che l'uomo
si fu soffermato con la lingua sul buco
al centro della cappella, quella
dell'uretra, leccandola a lungo conscio
che quella era la parte più sensibile
dell'uccello di Walter.
L'uomo inglobò la cappella
nella bocca e incominciò a spompinarlo
facendo scivolare le labbra attorno la
superficie gibbosa dell'uccello.
Liberato dalle inibizioni
che lo avevano tenuto bloccato Walter
passò una mano dietro la nuca
dell'uomo, inginocchiato davanti a sé,
gli prese i capelli e lo costrinse a
premere il viso in avanti, desideroso di
raggiungere al più presto l'orgasmo.
Quando fu ormai prossimo a
venire l'uomo se ne avvide e gli
premette le dita alla base dell'uccello,
senza mai smettere di succhiare. Walter
venne nella bocca dell'uomo sparandogli
in gola una grande quantità di sperma.
L'uomo avrebbe potuto evitare di
inghiottire tutta quella roba, ma non lo
fece, invece tenne tutto in bocca e lo
inghiottì.
Walter abbandonò per primo
il gabinetto dopo essersi infilato
mutande a pantaloni. Separandosi si
scambiarono un semplice
"Ciao!".
Null'altro.
Trovò Marco e Francesco ad
attenderlo al tavolo dove si era fidato
a lasciargli in custodia lo zainetto con
dentro i libri di scuola. Da quando
aveva lasciato i due amici erano
trascorsi all'incirca una decina di
minuti o poco di più. Si avvicinò a
loro mantenendo il capo chino come se si
vergognasse di quanto era accaduto fra
le mura del cesso.
- Allora? - fu la domanda
con cui Francesco lo investì appena
Walter gli fu di fronte.
- Ho fatto come mi avete
consigliato di fare. Lui mi ha
consegnato duecento Euro per
succhiarmelo ed io ho accettato che si
impadronisse del mio uccello.
- Accidenti! Davvero? -
disse Marco.
- Sicuro! E non capisco
perché te ne meravigli. Non era la
cifra che ha dato anche a voi?
- A noi? - lo aggredì
Francesco. - Ma davvero hai creduto alla
storia che ti abbiamo raccontato? Mica
siamo froci. Tu invece lo sei per
davvero.
- Ti è piaciuto fartelo
succhiare, vero? - disse Marco. - Non
avevamo dubbi su questo.
- State scherzando vero?
- Niente affatto. E questo
è solo l'inizio. Te ne accorgerai
quando domani lo racconteremo a tutta la
scuola. Adesso ti saluto. Frocio! -
disse Francesco.
Walter non ebbe il tempo di
replicare a quella offesa perché i due
amici erano già lontani, fuori della
caffetteria. Tutt'a un tratto si ritrovò
solo a gestire un segreto che l'indomani
sarebbe diventato di dominio pubblico.
Pensò a cosa avrebbero provato i suoi
genitori, alla ragazza, e d'improvviso
il mondo gli sembrò crollare addosso.
Il corpo di Walter fu
ritrovato senza vita la mattina presto
sul marciapiede del condominio dove
abitava insieme ai genitori e alla
sorella. Durante la notte si era gettato
dalla terrazza condominiale
all'undicesimo piano ed era precipitato
al suolo. Non aveva lasciato nessuna
lettera a testimonianza delle
motivazioni che lo avevano spinto a fare
quel gesto. Soltanto Marco e Francesco
ne conoscevano la causa.
Walter era fragile, un
bambino nel corpo di un ragazzo, ed era
stato massacrato da un paio di persone
che considerava amici.
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