IL SALSICCIOTTO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

 - 1° - Episodio


       La mia abitazione è ubicata all'estrema periferia sud della città. Un quartiere di edifici di sei, sette piani, tutti uguali, cresciuti come funghi uno accanto all'altro nel corso degli ultimi anni. Occupo un appartamento di ottanta metri quadri al quinto piano di un edificio a edilizia popolare e ci vivo da sola.
       Da un po' di tempo ho preso l'abitudine di mettermi a osservare attraverso le lenti di un binocolo, nascosta dietro i vetri della finestra, quello che accade negli appartamenti dirimpetto alla mia abitazione e non so più farne a meno.
       Una passione, quella di spiare le persone nell'intimità delle loro abitazioni, che ha avuto inizio quando Giuseppe, un amico da cui ho appreso i primi rudimenti di astronomia, mi ha dato in prestito il suo telescopio.
       L'osservazione della volta celeste e dei singoli pianeti ha occupato molte delle mie notti fintanto che, accidentalmente, mi è capitato di orientare lo strumento ottico nella direzione degli appartamenti ubicati dall'altra parte della strada, e ho cominciato a spiare le persone che li occupano.

       Soffermarmi a osservare le nudità dei corpi, specie quando fanno l'amore, è diventato il mio passatempo preferito.
       Quando Giuseppe ha reclamato che gli riconsegnassi il telescopio mi sono sentita persa, così ho provveduto ad acquistare un binocolo.
Il sistema ottico dello strumento che ho acquistato ha una focale molto meno potente del telescopio, ma in compenso è più maneggevole e non ha bisogno di cavalletti di sostegno.
      
  Mi sono scoperta psichicamente disturbata da una eccessiva morbosità verso le nudità dei corpi di uomini e donne. Sono malata di voyeurismo e mi eccito tantissimo stando a guardare gli altri mentre fanno l'amore. Non è normale, lo so, ma non so che farci. Un giorno o l'altro forse smetterò di farlo.


- 2° - Episodio

        E' una calda sera d'estate. Fra non molto l'inquilino che occupa l'appartamento al quinto piano del condomino sull'altro lato della strada, dirimpetto alle finestre della mia abitazione, farà ritorno a casa. Da un mese a questa parte osservo le sue performance erotiche nell'intimità della sua abitazione. Ogni venerdì, all'ora di cena, assisto al ripetersi della medesima scena.
       Eccolo! Ha aperto la porta dell'appartamento. Lo vedo che attraversa il corridoio. Raggiunge la cucina, posa la borsa della spesa sulla tavola e si allontana. Esce dalla stanza e scompare alla mia vista per farvi ritorno dopo pochi minuti.
       E' un tipo strano, solitario, infatti durante i miei appostamenti non ho mai avuto modo di osservare alcuna presenza femminile nell'appartamento. Mostra d'avere una quarantina d'anni, ma forse ne ha qualcuno in più. Boh! Di mestiere fa l'operaio, ne sono certa perché in più di una occasione ho notato la presenza di tute blu da lavoro appese ai fili dello stenditoio sistemato sul balcone.
       Fra non molto incomincerà a preparare la cena come è solito fare ogni sera. A volte fa ritorno a casa portandosi appresso dei cibi precotti che ha acquistato in qualche supermercato, ma stasera è venerdì e sono certa che preparerà il suo piatto preferito.
       Da una borsa di plastica estrae un grosso melone. Lo appoggia sul tavolo da cucina. Valuta la consistenza del frutto soppesandolo con le mani. Da un cassetto toglie un coltello da cucina e lo affonda nella buccia ruvida circoscrivendo un orifizio tondo del diametro di pochi centimetri.
       Il frutto deve apparirgli succoso e profumato, infatti, lo avvicina alle narici e lo annusa. Si avvicina al forno microonde, apre lo sportello, e depone il melone sul piano del vetro girevole. Trascorrono pochi istanti, dopodiché estrae il frutto dal microonde.
       Il melone deve avere raggiunto una adeguata temperatura ed è pronto all'uso. L'uomo slaccia la cintura dei pantaloni e lascia che scivolino sul pavimento insieme alle mutande. Stringe l'uccello nella mano e si masturba fintanto che la cappella ha raggiunto la piena consistenza. Circonda il melone con entrambe le mani e infila l'uccello nella cavità che in precedenza ha ricavato nella buccia. Il movimento delle mani colma di piacere le sue membra. Lo intuisco dalle contrazioni del volto che appare teso mentre prosegue, ostinato, a penetrare il melone mantenendo gli occhi chiusi, tenendolo serrato fra le dita.
L'uomo s'incaponisce a muovere le anche senza un attimo di pausa. Il foro che ha realizzato nel frutto deve essere della misura giusta. L'uccello affonda per intero nelle pareti morbide e succose del melone che ne facilitano lo scorrimento nella cavità.

       Ogni volta che assisto a questo suo atto di pervertimento mi eccito al punto dall'infradiciami la fica. Considero talmente innaturale l'azione a cui sto assistendo da considerarla persino inverosimile.
       Sottratta alla sua vista dietro la porta a vetri del balcone, con il binocolo accostato al vetro, assisto alla scena da semplice comparsa mentre l'uomo insiste nel fare scorrere l'uccello nella cavità del frutto. Forse sta immaginando di stringere fra le mani le natiche di una donna, penso. Sì, deve essere così! Ma sarà vero? Magari è il culo di un uomo, chissà!
       Trascorrono alcuni minuti. Lo vedo che inizia a tremare.
       E' venuto, ne sono certa. Ecco! Lascia che lo sperma schizzi nella cavità del melone e poi comincerà a ritrarsi come è solito fare.
       Passano pochi secondi e sfila l'uccello. Si siede a tavola, afferra il coltello, smembra il melone in tante piccole fette e inizia a sfamarsi col prezioso frutto condito di sperma, antipasto alla cena che fra poco andrà a consumare.
       Mi allontano dalla finestra e mi accomodo in cucina. Condisco l'insalata con olio e aceto balsamico prima di cuocere una bistecca ai ferri. Mentre consumo la cena il telegiornale m'informa della caduta dell'euro e del rialzo del prezzo della benzina.


- 3° - Episodio

       Il sole sta per scomparire all'orizzonte. Da poco ho terminato di governare la cucina. Esco sul terrazzo e innaffio le piante di gerani che adornano la ringhiera. La mia attenzione si sposta verso il parcheggio delle autovetture ubicato alle spalle del Palasport. Le lancette dell'orologio che indosso al polso segnano le nove.
       Puntuale come ogni sera, da una settimana a questa parte, arriva Lei.
       E' alla guida di una Fiat Ritmo di colore grigio topo con la carrozzeria imbrattata di polvere. Arresta l'auto nell'ampio parcheggio, spegne il motore, e rimane in attesa seduta al posto di guida.
       Trascorrono un paio di minuti e arriva Lui.
       La vettura su cui l'uomo è alla guida è una Fiat 127 blu cobalto. Arresta l'automezzo accanto a quello della donna. Apre la portiera, ruota il culo di 90° sul sedile, appoggia i piedi a terra, abbassa pantaloni e mutande, e rimane in attesa.
       Mostra d'avere una quarantina d'anni. E' calvo e obeso, e di bassa statura, ma ancora non ho avuto occasione di vederlo dritto in piedi.
La donna, una magrolina bionda, sulla trentina d'anni, scende dall'auto e si dirige a passo rapido verso la macchina dell'uomo. Quando gli è davanti s'inginocchia ai suoi piedi. Senza proferire una sola parola o un cenno di saluto afferra l'uccello nella mano e lo seppellisce nella bocca, poi inizia a succhiarlo.
       I movimenti delle labbra sono rapidi. Per farlo venire in fretta si aiuta con la mano, masturbandolo. L'uomo afferra con le mani il capo della donna e lo attira con forza verso di sé facendole ingoiare per intero l'uccello fino alla radice.
       La scena si ripete in maniera identica da alcune sere. Dal terrazzo li osservo col binocolo affascinata da quello che sembra un incontro furtivo. Non è sesso mercenario, ormai ne sono certa, invece deve trattarsi di un appuntamento fra amanti, probabilmente.
       Eccitata dalla scena che si sta svolgendo sotto i miei occhi mi sporgo in maniera eccessiva sulla balaustra e mi rendo visibile ai loro occhi. Lui si accorge della mia presenza e mi grida dietro:
       - Che cazzo vuoi? Stronza!
       Svelata la mia presenza non posso fare a meno di rispondergli a tono con tutta la voce che ho in corpo.
       - Testa di cazzo! Stronzo! Pompinara!
       La donna, eccitata dalla nuova situazione, accelera i movimenti delle labbra attorno l'uccello dell'amante. Finalmente Lui viene nella bocca della donna. Lei si rialza, deglutisce lo sperma, e scappa in direzione della Fiat Ritmo.
       Ripartono in direzioni diverse, ognuno sulla propria autovettura, e spariscono alla mia vista.


- 4° - Episodio

       A quest'ora della notte le finestre degli appartamenti dirimpetto al mio appartamento sono colorate dell'azzurro dei tubi catodici. Dentro le mura del mio appartamento il caldo è soffocante. Non sono nuda, ma indosso soltanto gli slip. Ho lasciato la finestra del salotto spalancata nella speranza che la brezza notturna sia portatrice di refrigerio.
Dalla cella del congelatore sottraggo alcuni cubetti di ghiaccio e li infilo in un bicchiere. Alcuni salsicciotti di carne di suino trovano posto in uno dei ripiani del frigorifero. Stamani ho provveduto a farli preparare dal macellaio dove sono solita rifornirmi raccomandandomi di farli belli grossi e saporiti.
       Ne afferro uno, il più grosso. Lo pongo su di un vassoio insieme a un bicchiere e una bottiglia di Coca-Cola, poi faccio ritorno in salotto.
Una lampada da tavolo illumina il soggiorno. Prendo posto sulla poltrona a pochi passi dalla finestra che dà sul terrazzo. Accendo il televisore e subito dopo avvio il decoder satellitare. Pigio i pulsanti del telecomando alla ricerca di un qualsiasi canale erotico. Lo trovo subito. E' uno di quei programmi che trasmettono immagini hard di ragazze distese su un divano, con sovraimpresso sullo schermo dei numeri telefonici che cominciano col prefisso 899.
       Stare a guardare le immagini di donne nude è ciò di cui ho bisogno prima di addormentarmi. Avrei preferito guardare un film pornografico, ma provo a eccitarmi con le immagini soft di donne che si accarezzano tette e fica.
       Ho la passera umida. Sono turbata dalle immagini che scorrono sul tubo catodico. Sfilo lo slip e rimango nuda, semisdraiata sulla poltrona.
Da questa posizione osservo il soprassalto del mio pube e le immagini che scorrono sullo schermo della tivù.
       I peli della fica, neri e arruffati, formano un triangolo perfetto, come piacciono alla maggior parte degli uomini cui piace immergervi le dita e pettinarli. Mi soffermo a guardarmi le tette. Sono sode come mi succede nel periodo in cui ho il ciclo.
       Prendo dal contenitore del ghiaccio alcuni cubetti e li strofino sui capezzoli che al contatto del gelo s'inturgidiscono all'istante. Il respiro mi si è fatto affannoso. Il calore del corpo tende a sciogliere il ghiaccio. Sono eccitata, parecchio eccitata. Proseguo nell'accarezzarmi le tette. E' un piacere innaturale quello che mi riempie tutte le parti del corpo. Non posso fare a meno di rimirarmi mentre mi tocco i capezzoli stirandone l'estremità.
        Lascio cadere una mano sul pube e inizio a toccarmi le grandi labbra attorno alla fessura della passera. E' bagnata fradicia. Inumidisco le dita col secreto della fica e sfioro il clitoride turgido come il bocciolo di un fiore. Mentre mi tocco ho un leggero capogiro. Sono eccitata, terribilmente eccitata.
       Sullo schermo della tivù si susseguono le scene di sesso. La spogliarellista è completamente nuda e mostra le sporgenze del deretano. Turbata dai miei toccamenti non faccio caso alle immagini che scorrono sullo schermo. Brandisco il salsicciotto che poc'anzi ho provveduto a togliere dal frigorifero, divarico le cosce, e lo avvicino alla fessura della fica.
        Il salsicciotto risale la cavità adattandosi alla mucosa della vagina. Inizio a muovere il rotolo di carne avanti e indietro delicatamente. Le pareti della passera si contraggono a ogni passaggio del salsicciotto. Lo spingo in profondità, sino a toccare il fondo.
Godo! Godo, come una troia. Più il salsicciotto scende in profondità e più godo. Il piacere che sa trasmettermi è pari a quello di un cazzo. E' da parecchi giorni che ho voglia di essere scopata, sennonché stasera devo accontentarmi di un surrogato.
       L'orgasmo sopraggiunge alla maniera di una esplosione. Incomincio a tremare in tutto il corpo e m'inarco con la schiena sulla poltrona, senza smettere di masturbarmi prolungando il piacere. Soddisfatta sfilo il salsicciotto dalla fica e lo infilo fra le labbra. E' saporito al punto giusto. Sono ghiotta di questo tipo di carne, mi bastano pochi minuti per inghiottirlo tutto. Bevo alcune sorsate di Coca- Cola ed emetto un rutto liberando i gas dallo stomaco.


       E' giunta l'ora di coricarmi a letto. Diversamente dal solito non avrò difficoltà ad addormentarmi. Mi avvicino alla finestra del balcone e prima di chiudere le tende mando un saluto all'inquilino del settimo piano della casa di fronte. Come ogni sera sarà là, col binocolo, a spiarmi, lo stronzo!

 

 

 

 
 

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