9° 
NON DESIDERARE 
LA DONNA D'ALTRI

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  
    

            Alberto, uscendo dalla sua abitazione, si premurò di scrivere un biglietto alla moglie, dopodiché lo depose sul tavolo della cucina.  


"Vado a fare la spesa al supermercato. 
Ciao! Torno presto. "

 


  
Quando raggiunse l'ipermercato trovò l'area del parcheggio spoglia di autovetture. All'ingresso del grande magazzino, su una delle porte a vetri, c'era affisso un cartello con su scritto: 




"Sciopero per rinnovo del contratto di lavoro"


  
Alla guida della station-wagon si diresse verso un discount distante poche centinaia di metri dall'ipermercato dove la moglie talvolta faceva la spesa.
   La merce venduta nel piccolo esercizio commerciale era di pessima qualità rispetto all'ipermercato. Impiegò una decina di minuti per riempire il carrello della spesa, dopodiché si avvicinò alle casse per pagare la merce.
   I clienti erano accalcati, in doppia fila, davanti alle casse impazienti di depositare la merce custodita nei carrelli sui nastri trasportatori. Alberto si soffermò a esaminare i volti delle persone che gli stavano d'intorno. Vagabondò con lo sguardo in ogni direzione fintanto che la sua attenzione fu rapita dal volto di una cassiera.
   La ragazza, seduta a fianco del nastro trasportatore, era impegnata nel fare scorrere il codice a barre delle merci sul lettore ottico. Alberto fu conquistato dai lineamenti della ragazza. Una luce straordinaria sprigionava il suo viso.
   Soltanto quando le fu vicino si avvide che sotto il camice della divisa germogliava una nuova vita. La pancia, abbastanza pronunciata, comprovava una gravidanza in stato avanzato.
   Alberto iniziò a trasbordare la merce sul nastro trasportatore senza distogliere lo sguardo dalla ragazza. Lei, incurante dell'impertinente attenzione che lui le riservava, seguitò a fare transitare le etichette dei codici a barre sul lettore ottico senza dare segnali d'insofferenza.
   L'aspetto florido la faceva sembrare più matura della sua giovane età. Il colorito olivastro della pelle le conferiva un alone lucente, mentre i capelli neri, tagliati a caschetto, al pari di un piccolo neo al margine inferiore delle labbra, le dispensavano un piglio vivace. Ma l'attenzione di Alberto cadde sull'incavo fra le mammelle, le cui forme parevano tracimare dalla camicetta della divisa da lavoro.
   Mentre la merce transitava veloce sul lettore ottico, accumulandosi nella parte inferiore del bancone, Alberto si trovò confuso a causa del piacere che gli provocava la vista delle mammelle della ragazza. Il desiderio di succhiare quei capezzoli si fece spazio nella sua mente e gli provocò un insolito stato di eccitazione. Infilò una mano nella tasca dei pantaloni, dopodiché spostò lateralmente il cazzo in modo da rendere meno visibile la protuberanza che sporgeva dalla stoffa.
    Insieme alla moglie si erano adoperati in tutti i modi per mettere al mondo un figlio, ma ogni tentativo si era rivelato infruttuoso. Eppure la lunga serie di esami cui si erano sottoposti, dietro consiglio di un medico specialista, non aveva rivelato nessuna anomalia né fisica né tanto meno umorale in entrambi. Oramai si era rassegnato a non diventare padre, ma la visione di quei seni prosperosi gli suscitò un grande rimpianto.
   Avrebbe voluto succhiare quei capezzoli, gustare il sapore del latte materno che fra non molto sarebbe sgorgato dalle mammelle, ma le parole della ragazza lo riportarono alla realtà.
   - Sono centotrentadue euro e dieci centesimi. - disse la cassiera porgendogli lo scontrino fiscale.
   Perso nelle sue fantasie erotiche non diede risposta alla richiesta di denaro. Lasciò trascorrere alcuni secondi, infine trasse dalla tasca il portafoglio e le consegnò tre banconote da cinquanta euro. Nel momento in cui la ragazza si sporse in avanti, intenzionata a restituirgli la differenza, Alberto scorse sul taschino del grembiule un cartellino su cui c'era scritto un nome: Anna. Lo stesso nome di sua moglie.
   Si affrettò a raccogliere la merce accumulata sul bancone e la ripose in alcuni sacchetti di plastica. Prima di allontanarsi diede un'ultima occhiata alla ragazza e alle tette.

   L'autovettura con cui aveva raggiunto il Market era parcheggiata poco distante l'uscita. Prese posto sul sedile dell'automobile e inserì la chiave nel pannello di comando. Stava per accingersi ad avviare il motore, ancora eccitato dal ricordo delle mammelle della cassiera, ma non lo fece.
   Il pulsare del cazzo sotto il tessuto dei pantaloni era un tormento che non gli dava pace. Cominciò a strofinare la mano sulla stoffa, poi abbassò la lampo e liberò il cazzo. Lasciò che dalla bocca sfilassero alcune gocce di saliva sulla cappella e iniziò a masturbarsi, lentamente, lasciandosi cullare dal dolce massaggio delle dita.
   Con gli occhi socchiusi provò a immaginare la ragazza del supermercato nell'atto di allattare il proprio neonato. E la mano prese a scorrere lenta sul cazzo. La sborrata giunse rapida e si esaurì fra le dita che si schiusero sulla cappella evitando che gli schizzi di sperma insudiciassero la tappezzeria dell'automobile. Rimase alcuni istanti con le dita contratte in quella posizione, dopodiché prese dal cruscotto una confezione di fazzoletti di carta e ripulì la mano dallo sperma. Mise in moto l'automobile e fece ritorno a casa.

   Un intero anno era trascorso da quando Alberto si era masturbato nell'area di parcheggio. Un pomeriggio tornò a fare spesa nel medesimo discount in compagnia della moglie. Quando giunsero dinanzi alla cassa si diedero da fare a trasbordare la merce sul nastro trasportatore, solo allora si accorse che la cassiera era la medesima che a suo tempo gli aveva provocato un certo turbamento alla vista delle mammelle.
   L'aspetto della ragazza non era più quello florido di un anno addietro. Il corpo, allora fiorente, era avvizzito. Il viso appariva pallido e smunto. I seni avevano perso il loro aspetto florido e apparivano appassiti come quelli di un fiore che ha perso i petali.
   - Sono settantatre euro e ventidue centesimi. Paga con il Bancomat?
   - Sì.
   Digitò il codice e firmò la ricevuta. Caricò la merce sul carrello e insieme alla moglie e al figlioletto di due mesi, che per tutto il tempo la compagna aveva tenuto in braccio mentre facevano la spesa, si allontanò.
   Lungo il tragitto che li separava dall'automobile osservò con ammirazione le mammelle della moglie. Si considerò un uomo fortunato. Fra non molto sarebbe giunta l'ora della poppata. Lui e suo figlio, come succedeva da due mesi a questa parte, avrebbero potuto, ancora una volta, nutrirsi a quei capezzoli.  

 

 

 

 

 

 
 

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