D alle
prime ore del mattino una intensa
nevicata aveva ammantato di bianco la
città. A metà pomeriggio,
contrariamente a quanto annunciato dalle
previsioni meteorologiche, non aveva
smesso di nevicare. Le autovetture si
spostavano con difficoltà nel traffico
cittadino ed erano parecchi gli
automobilisti che avevano provveduto a
montare gomme o catene da neve.
I mezzi spartineve,
complice la giornata festiva, erano
entrati in azione quando la
precipitazione nevosa aveva superato lo
spessore di una decina di centimetri
rendendo difficile il traffico degli
automezzi sui viali di circonvallazione
e sulla tangenziale. Approfittando della
giornata festiva la gente aveva
preferito starsene al caldo, fra le mura
domestiche, in attesa che la neve
diminuisse d'intensità, anziché uscire
di casa.
Nelle strade pressoché
deserte Sandro camminava rasente ai muri
delle case, con le scarpe che
affondavano nella neve fresca fino alla
giuntura delle caviglie. Raggiunse Borgo
S. Spirito, adiacente il Parco Ducale,
senza curarsi dello spessore della neve.
Arrestò il passo soltanto quando fu
dinanzi all'abitazione della donna con
cui aveva appuntamento. Sollevò il capo
e fissò lo sguardo sulle persiane al quarto piano
dell'edificio.
Tutt'e due erano spalancate
e ne fu compiaciuto. Era in quel modo
che Laura gli faceva sapere che poteva
salire da lei. Premette uno dei pulsanti
che trovavano posto sulla
parete a lato del portone e rimase in
attesa di una risposta.
- Sono io. - disse quando
udì il rumore di un clic che proveniva
dal citofono incastonato nel muro.
La serratura del portone
eseguì un breve scatto. A Sandro fu
sufficiente dare una lieve spinta alla
porta per ritrovarsi a percorrere il
breve corridoio che conduceva verso
l'abitazione dell'amica.
Un pupazzo di neve,
collocato da mani di fanciulli fra le
quattro mura del cavedio, gli diede il
benvenuto nella casa. Salì i quattro
piani di scale che lo separavano dalla
donna con cui aveva appuntamento con una
certa fretta. Quando raggiunse il
pianerottolo trovò Laura ad attenderlo
dinanzi alla porta della sua abitazione.
- Ciao. - fu l'unica parola
che uscì dalle labbra di Sandro quando
incrociò lo sguardo di Laura. Lei lo
fece entrare nell'appartamento senza
dargli né risposta né un bacio,
dopodiché chiuse la porta alle loro
spalle.
*
* *
Nelle domeniche che trascorrevano
insieme raramente mettevano il naso
fuori dalla stanza da letto, lo facevano
soltanto in caso di necessità, e la
necessità era quando uno dei due aveva
bisogno di recarsi in bagno, altrimenti
restavano barricati nella camera a fare
l'amore fino a consumarsi di piacere.
Laura non aveva mai voluto
rivelargli le ragioni delle assenze del
marito. Questa riservatezza lo aveva
spinto a ipotizzare che l'uomo nemmeno
esistesse, ma dopotutto non gli
importava granché di sapere la verità.
Gli piaceva scoparla, soltanto quello.
Si erano conosciuti qualche
mese addietro allorché, bussando alla
porta della abitazione, le aveva
proposto di sottoscrivere un abbonamento
a una collana di libri d'arte. Quello di
agente venditore di enciclopedie non era
il suo mestiere, infatti di professione
faceva il conducente di autobus, ma nel
tempo libero si arrabattava vendendo
libri e riviste porta a porta.
In quella occasione Laura
si era presentata sulla soglia
dell'appartamento con addosso un
accappatoio di spugna dandogli
l'impressione di essere poco interessata
alla proposta d'acquisto di libri.
Invece, stupendolo non poco, lo aveva
fatto accomodare nell'appartamento e
fatto sedere su divano del salotto,
dopodiché si era seduta al suo fianco,
accavallando le gambe con sufficiente
disinvoltura, mostrandogli il lungo
coscia che sporgeva da un lembo
dell'accappatoio buttato da una parte.
A disagio dalla strana
situazione in cui si era venuto a
trovare, aveva tratto dalla borsa di
pelle che si portava appresso, un paio
di volumi, poi si era messo a sfogliare
le pagine di un libro d'arte consacrato
alle magie architettoniche del
Battistero di Parma.
Il volume, particolarmente
ricco di fotografie, aveva attirato la
curiosità di Laura. Più volte lei lo
aveva interrotto con domande mentre le
illustrava le immagini leggendo le
didascalie in calce a ciascuna
fotografia.
La manifesta sensualità
della donna, il paio di cosce
sfacciatamente esposte, gli avevano
procurato un certo scompiglio ormonale.
Si era ritrovato con il cazzo duro, le
palle gonfie, e una grande voglia di
scoparla.
Laura mostrava d'avere
all'incirca quarant'anni, come lui,
perlomeno questo era ciò che aveva
pensato mentre, con le palle in
ebollizione, aveva seguitato a mostrarle
le immagini del Battistero. Su un
particolare architettonico, attribuito a
Benedetto Antelami, avevano staccato lo
sguardo dalle pagine satinate del volume
d'arte e si erano guardati dritti negli
occhi. Senza dire una parola avevano
avvicinato le labbra ognuno su quelle
dell'altro e si erano baciati.
Tutt'a un tratto si erano
ritrovati sdraiati sul tappeto. Lui
aveva liberato l'uccello, tirandolo
fuori dalla patta dei pantaloni, e lei
se n'era impossessata portandolo alle
labbra, poi aveva cominciato a
succhiarlo con avidità fino ad
asfissiarsi. Quando ormai era prossimo a
eiaculare Laura si era staccata dalla
cappella smaniosa di farsi scopare, ma
non aveva voluto farlo senza che Sandro
avesse indossato il preservativo.
Senza troppo scomporsi si
era allontanata dalla stanza per fare
ritorno dopo qualche istante stringendo
nella mano un paio di preservativi
sigillati nelle loro confezioni. Sandro
si era affrettato a srotolarne uno e
stendere la sottile guaina di gomma
sull'uccello fino alla radice.
Lo aveva fatto con una
certa riluttanza perché non aveva mai
scopato una donna con una guaina di
lattice sulla cappella, nemmeno da
adolescente, ma era l'unica condizione
che lei aveva posto, altrimenti non
avrebbe acconsentito a farsi scopare.
L'aveva presa alla pecorina
eiaculando in modo affrettato come
raramente gli succedeva quando scopava
con sua moglie. Laura non aveva
raggiunto l'orgasmo, ma l'impressione
che lui ne aveva tratto era che fosse
soddisfatta comunque di quello che c'era
stato fra loro.
Complici di un tradimento
si erano rivestiti di fretta dopo la
scopata. Quando sulla porta
dell'appartamento si erano salutati lui
le aveva chiesto se potevano rivedersi.
Lei aveva abbassato il capo prima di
rispondergli:
- La domenica pomeriggio
sono sempre sola, vieni quando vuoi, se
ti va. Se sono libera troverai gli scuri
delle finestre aperti.
La domenica successiva
Sandro si era presentato a casa della
donna senza portarsi appresso nessuno
dei libri con cui era solito andare in
giro bussando alle porte delle
abitazioni. Stavolta anche lei aveva
raggiunto l'acme del piacere. C'era
riuscita coartandolo a succhiarle il
clitoride, ma le volte successive era
riuscita ad avere più di un orgasmo
vaginale.
A ogni incontro si
limitavano a scopare scambiando solo
poche parole. A differenza delle altre
donne con cui Sandro aveva avuto delle
storie di sesso Laura non aveva voluto
sapere niente della sua vita privata.
Lui aveva fatto altrettanto adeguandosi
alle circostanze. Incontro dopo incontro
aveva iniziato a chiedersi se c'era una
ragione vera, oltre al piacere del
sesso, per cui seguitavano a vedersi, ma
non era mai saputo darsi una risposta
credibile.
*
* *
Nudi sotto le lenzuola, abbracciati uno
all'altra dopo che avevano fatto
l'amore, rimasero a osservare attraverso
la finestra della stanza da letto i
fiocchi di neve che scendevano sui tetti
delle case. I fragili cristalli di
ghiaccio, sospinti da improvvise folate
di vento, andavano a infrangersi contro
i vetri della finestra della camera
liquefacendosi a causa del calore della
stanza. Tutt'a un tratto Sandro si mise
a pensare che si stava abituando alla
presenza di quella donna nella propria
vita, così come i suoi figli e la
moglie si erano abituati alle sue
assenze nei pomeriggi di festa senza mai
chiedergli dove si recava.
Stava diventato l'uomo
della domenica di una donna a cui non
aveva mai chiesto alcunché, e di cui
sapeva poco e niente. Sembravano tutt'e
due soddisfatti della situazione in cui
erano precipitati. Laura dava
l'impressione di essere felice, ma senza
un perché.
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