E' chiamato drabble un racconto
  di senso compiuto di 100 parole, non una di più non una di meno.   

   Ogni volta che salgo sull’autobus la storia si ripete. Ero salita alla fermata del Palasport e con me avevo il borsone della palestra. Stavo aggrappata a un palo dando la schiena all’interno del bus. Il tizio di turno mi si avvicina e inizia a strusciarmi i genitali contro il fondoschiena. Ripete lo stesso movimento tre, quattro, dieci volte. Non era la prima volta né sarà l’ultima che succede. Sul bus c’era tantissima gente e a nessuno è fregato niente. Il rumore, la puzza, il movimento: tutto mi ha eccitata. Tremavo di adrenalina e sono venuta.