E' chiamato drabble un racconto
  di senso compiuto di 100 parole, non una di più, non una di meno.   

   Lui è uno studente del liceo dove insegno. Le ragazze lo adorano. Saccente, superbo, arrogante, nella scuola si è sparsa la voce che sia superdotato. E’ talmente sfrontato che in più di una occasione ha provato a rimorchiarmi. La cosa mi inquieta da morire. Ha diciott'anni e io venti di più. Ho la mente aggrovigliata e davanti ai suoi occhi grandi e luminosi mi sciolgo fra le cosce. Placo l’ansia masturbandomi più volte al giorno, fino allo sfinimento, e al suo cazzo penso ogni volta che scopo con mio marito. Di questo passo finirò per mettermi in malattia.