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Se
non credi alle mie parole, allora devi
per forza provare a farlo.
- Davvero ci hai provato
così tanto gusto? - rispose l'amica.
- Gusto? E' un piacere
indescrivibile. Te lo giuro!
- Ma... tu lo fai spesso?
- Spesso? Beh, quando
capita.
- E non senti male?
- Appena un po'.
Soprattutto quando lo senti risalire
nelle viscere fino a gonfiartele, poi
dipende molto dal suo volume.
- Ma lo tieni dentro per
molto tempo?
- Quanto basta, poi lo
spingo fuori.
- E tuo marito è
soddisfatto?
- Direi di sì. Anche se a
volte si arrabbia quando non riesco a
trattenere dentro il liquido per molto
tempo come vorrebbe lui.
- Scusa, ma succede che la
roba scivoli fuori?
- Te l'ho detto. Dipende
dalla quantità.
- E lui ne introduce molta?
- Dipende dalle giornate.
Se lo ha fatto la sera prima allora si
accontenta d'introdurne una modica
quantità.
- Mah! La cosa mi lascia
perplessa. Questa sera ci proverò
anch'io con mio marito. Poi ti faccio
sapere.
* * *
Luisa e Franco non erano
abituati a parlare di sesso, ma quella
sera lei era così eccitata che appena
furono seduti a tavola gli confidò ciò
che aveva appreso dall'amica Barbara
quella mattina.
- Si, certo, possiamo
provare. - tagliò corto Franco.
- Beh, che aspettiamo?
Proviamolo subito!
Quello stesso pomeriggio,
di sua iniziativa, Luisa aveva
provveduto ad acquistare in farmacia due
confezioni di solvente per enteroclisma
e le aveva riposte nell'armadietto dei
medicinali. Ottenuto l'assenso di Franco
si precipitò in bagno con l'entusiasmo
di una bambina e si diede da fare a
preparare la soluzione.
- Pensi che siano
sufficienti due litri d'acqua?
- Credo di sì. Piuttosto,
ne abbiamo di vaselina?
- Oddio! Ho dimenticato di
acquistarla.
- Non importa. Ci
arrangeremo con un altro unguento,
magari con del burro o dell'olio
d'oliva. L'abbiamo visto fare da Marlon
Brando in quel film di Bertolucci.
Ricordi?
Diluito il solvente
nell'acqua tiepida appesero i due
contenitori di plastica per
l'enteroclisma, acquistati in farmacia,
a un chiodo della parete del letto
utilizzato per sorreggere l'icona di
un'immagine sacra.
Nudi, sopra la coperta del
letto, diedero vita alla loro fantasia
erotica.
- Cosa faccio? Te la infilo
per prima la sonda nel culo oppure
preferisci farlo tu a me? - chiese
Luisa.
- Se non ti dispiace
preferirei introdurmela da solo. Sai
com'è, queste benedette emorroidi.
Franco depositò alcuni
frammenti di burro nel suo orifizio
anale e su quello della moglie, dopodiché
prese una delle sonde e se la infilò
nell'ano. La stessa manovra la eseguì
nell'orifizio di Luisa subito dopo.
- Pensi sia giunto il
momento di aprire i rubinetti?
- Ma sì, dai, stiamo a
vedere cosa succede. Sono curiosa di
mettere in pratica questa pratica
erotica.
Il liquido scese
velocemente riempiendo le loro viscere
in breve tempo.
- Senti niente?
- Ancora nulla. Tu
piuttosto senti qualcosa?
- Solo un lieve disturbo
alla pancia. Nient'altro.
Quando il liquido raggiunse
ingombrò per intero il loro intestino levarono la
sonda dal retto e si guardarono negli
occhi.
- E ora?
- Non so. Sento solo un po'
di brontolio alle viscere. E tu?
- Anch'io.
- Mah! Pensavo di meglio.
- Dai non fare lo stupidino,
vieni qua.
Franco avvicinò la bocca a
quella della moglie e con la lingua e
diedero inizio a un lungo gioco di baci.
A Luisa piacevano quei preliminari. Il
bacio rappresentava per entrambi uno dei
momenti di maggiore intimità. Non lo
consideravano soltanto un preambolo ai
successivi piaceri, ma qualcosa di
fondamentale nel loro rapporto amoroso.
- Ho delle strane
contrazioni all'addome. - disse Luisa
dopo un po' che si baciavano.
- Non è niente. E' il
liquido che si distende nelle viscere.
- Ho una tensione
strana. Sono accaldata e sudaticcia.
- E' colpa del calore del
liquido.
Il corpo di Luisa era
accaldato per davvero. Franco lo percepì
dalle piccole gocce di sudore che
ricoprivano la pelle della moglie. Pure
lui aveva le stesse sensazioni. Lo stato
di nervosismo di entrambi si accompagnò
a un'inusuale stato di eccitazione.
Franco girò brutalmente Luisa sul
letto. Le divaricò le cosce e la penetrò.
I movimenti del cazzo provocarono nuove
contrazioni all'addome di Luisa
facendola gemere, ma non solo di
piacere.
Il liquido premeva contro
la parete della vagina e l'addome le
doleva. Entrambi erano sudati fradici.
Il piacere e il dolore erano un
tutt'uno.
Luisa raggiunse l'orgasmo
abbracciata a Franco su cui riversò il
grido di un piacere primitivo.
* * *
- Com'è andata? - disse Barbara.
- Bene, direi.
- Dai, spiegami tutto!
- Avevi ragione tu. E' un
piacere insolito.
- E Franco, come l'ha
presa?
- A dire il vero un piccolo
guaio lo abbiamo avuto.
- Perché? Cosa è
successo?
- E' successo che nel
nostro appartamento non abbiamo il
doppio bagno.
- E allora?
- Allora dopo che sono
venuta, sono corsa subito in bagno.
- E lui?
- Lui ha stretto i denti
fino che ha potuto.
- Ah!
- Ma dal momento che il
bagno era occupato si è arrangiato come
poteva.
- Ma va là. E dove l'ha
fatta?
- Nella fioriera che
abbiamo sul balcone.
- Ah! Ah! Ah! Allora nulla
è andato disperso e i fiori nasceranno
più belli di prima.
- Sì, credo proprio di sì.
- Eheheh!!!
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