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LA
RETE DEL GIOCO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Il
rumore della chiave che girava nella serratura della porta,
seguito da un brusio di voci, convinse
Roberto ad abbandonare il divano del
salotto, dove stava guardando un
programma sportivo alla tivù, per
raggiungere la camera di Samantha. Una
volta nella stanza prese posto nello
spazio ristretto che separava la rete
metallica del letto al parquet di legno,
dopodiché rimase in attesa.
Samantha occupava la stanza che un tempo
era abitata dalla loro nonna,
mentre lui era rimasto in quella che
aveva condiviso dalla nascita con la
sorella.
Il giaciglio sotto cui
aveva trovato rifugio era un antico
letto in ottone. La distanza fra rete
metallica e pavimento gli aveva
consentito di stendersi sotto le maglie
d'acciaio della rete metallica con
sufficiente facilità.
Il frastuono di voci,
accompagnato dal rumore di passi, lo
convinse a calare brache e mutande in
tutta fretta, prima che Samantha e
l'amico si fossero coricati sul letto
dove si era nascosto.
Sporse il capo fuori dal
nascondiglio e sfiorò con l'estremità
del naso la frangia del copriletto
pendente sul parquet.
Samantha stazionava sullo
stipite della porta, con la schiena
appoggiata al legno, per rendersi
visibile agli occhi del fratello che
presumeva avesse già preso posto sotto
il letto.
Il cazzo di Roberto, ormai
turgido, faceva pressione contro le
maglie della rete metallica. Scostò la cappella di lato liberandola
dal contatto con l’acciaio della
branda mentre Samantha, dal canto suo, abbassò
la lampo dei pantaloni all'amico e gli
strinse il cazzo nella mano.
Iniziò ad
accarezzarglielo, senza fretta,
indugiando con le dita sull'esile
tessuto della cappella, prodigandosi con
l'altra mano nello spremergli le palle.
Samantha approfittava delle
assenze dei genitori, abituati a
trascorrere il fine settimana fuori città,
per portarsi a letto qualche ragazzo. Roberto non contrastava la
sorella, anzi, gradiva sorvegliarla
stando sotto il letto mentre lei
scopava.
Essere testimone degli
amplessi della sorella era diventata una
necessità per Roberto, ma anche
Samantha non poteva fare a meno della
presenza del fratello sotto il letto.
L'amico della ragazza si fece
più audace. La liberò degli abiti
lasciandola con addosso il solo reggiseno e
le mutandine.
A cadere per primo sul
pavimento fu il tessuto del reggiseno,
seguito dappresso dalle mutandine che il
ragazzo si adoperò a fare scivolare
dalle ginocchia sino alle caviglie.
Roberto iniziò a toccarsi
la cappella. La pelle asciutta non gli
facilitò lo scorrere delle dita.
Fu costretto a fare cadere un po’ di
saliva sulla cappella per renderla
umida.
Anche l'amico di Samantha
si denudò. Subito dopo s'inginocchiò
davanti a lei. Immerse le labbra nella
giungla di peli che alla ragazza
ricopriva il pube, poi iniziò a
leccarla attorno l'ombelico coprendo con
la lingua ogni centimetro quadrato
dell'addome. Stese le braccia verso
l'alto come per sostenerle i seni che
non avevano, affatto, bisogno di un
supporto e cominciò a pizzicarle i
capezzoli. Rimanendo inginocchiato
ai piedi di Samantha incominciò a
leccarle la fica, impegnandosi nel farle avere un balsamico piacere.
Roberto non ricordava
d'avere visto l'amico della sorella in
altre occasioni, altrimenti se ne
avrebbe serbato il ricordo.
Probabilmente apparteneva alla schiera
di ragazzi che Samantha raccattava nei
bar e poi trascinava a casa per farsi
scopare, magari esponendosi al rischio
di qualche contagio.
- Mi stai facendo godere
come una pazza! Continua così. -
sussurrò all'orecchio dell'occasionale
compagno.
Dal suo punto di
osservazione Roberto sorvegliava ogni
loro gesto godendo delle carezze e dei
gemiti che uscivano dalle loro bocche.
Improvvisamente il ragazzo trascinò
Samantha sul letto e sparirono tutt'e
due alla sua vista.
Il balzo dei corpi sopra il
materasso fu così violento che la rete
del letto andò a flettersi rovinando
sul volto di Roberto.
Il dolore arrecatogli
dall'urto con la rete metallica fu pari
a quello di un pugno sul naso. Ricacciò
in gola l'urlo che stava per uscirgli
dalle labbra evitando di esternare la
propria sofferenza.
Samantha e l'amico
seguitarono a intrecciare i corpi
scambiandosi baci e carezze ignari di
quanto stava succedendo a Roberto sotto
il letto.
I gemiti che uscivano dalla
bocca dei due adolescenti furono
sufficienti per ridare vigore al cazzo
di Roberto. Riprese a masturbarsi
seguendo il ritmo delle flessioni del
materasso, in perfetto accordo con la
penetrazione del cazzo nella fica della
sorella, facendo corrispondere il
proprio godimento a quello della coppia.
Samantha raggiunse
l'orgasmo dopo un po' di tempo che il
ragazzo la montava. Roberto ebbe sentore
dell'orgasmo e godette anche lui
portando a compimento la sega.
Raccolse il seme eiaculato
nella mano, ma la quantità era così
abbondante che tracimò negli spazi fra
le dita. Rimase alcuni istanti con la
mano serrata sull'uccello con lo sperma
che gli colava fra le dita. Allora
decise di pulirsi adoperando il tessuto
dello slip abbassato sulle ginocchia.
Samantha e l'amico si
alzarono dal letto poco dopo. Dalla
postazione in cui Roberto si trovava li
vide raccogliere gli indumenti che in
precedenza avevano abbandonato sul
pavimento. Si vestirono senza fretta,
scambiandosi qualche bacio, infine
uscirono dalla stanza, soltanto allora
Roberto uscì allo scoperto e abbandonò
il rifugio sotto il letto.
Si mise ritto in piedi e
aspettò che l'amico di Samantha
abbandonasse l'appartamento prima di
recarsi in bagno per ripulirsi, poco
dopo la sorella lo raggiunse.
- Brava, sei stata
veramente brava. - disse a Samantha
prima di accostarsi al lavandino per
pulire il cazzo.
- Dici?
- Sì, davvero.
- Ti è piaciuto stavolta?
- E' stato molto eccitante,
non trovi?
- Sì, lo è stato anche
per me.
- Quel tizio dove lo hai
scovato?
- Al Caffè dell'Orologio,
è un amico di Giorgio. - disse Samantha
mentre attraversava l'esiguo spazio alle
spalle di Roberto, intento a pulirsi la
cappella e le mani impiastricciate di
sperma utilizzando l'acqua calda che usciva dal
rubinetto del lavandino.
La ragazza si liberò delle
mutandine e andò a sedersi cavallo del
bidet. Aprì il rubinetto dell'acqua
calda, deterse di sapone liquido la fica
e iniziò a mondarla cancellando ogni
traccia di sperma.
La soluzione profumata con
essenze di bosco formò una schiuma di
colore rosa che le velò la fica e il
peli del pube.
- Mi è sembrato inesperto,
il ragazzo. - disse Roberto.
- Se lo dici tu.
- Ti ho sentita godere di
più in altre occasioni.
- Ma cosa ne sai tu se ho
goduto o no. Pensa al tuo cazzo
piuttosto!
Roberto prese l'asciugamano
di cotone dallo stenditoio e asciugò la
cappella. Si avvicinò alla sorella e
ripose il cazzo dentro la patta dei
pantaloni.
- Senti, Cicciolina, non
fare la sciocchina con me. Fino a prova
contraria sei tu che hai bisogno della
mia presenza sotto il letto per godere.
Prima o poi questa storia dovrà pur
finire, non credi?
Roberto era solito
rivolgersi la sorella con il nome di
Cicciolina, appellativo che le aveva
conferito per l'attitudine che aveva di
scoparsi qualsiasi maschio le capitava a
tiro, belli o brutti che fossero.
Per nulla intimorita la
ragazza seguitò a risciacquare la fica,
levando via la schiuma di sapone,
guardando diritto negli occhi Roberto,
senza pronunciare una sola parola.
Restarono alcuni secondi a
fissarsi. Infine Roberto uscì dalla
stanza da bagno.
- Troia! - l'apostrofò
nell'allontanarsi.
Erano trascorsi parecchi
anni dal giorno in cui, trovandosi a
giocare a nascondino, si erano rifugiati
sotto il letto della nonna. Lì, erano
stati testimoni occasionali di uno dei
numerosi tradimenti di mamma con zio
Giorgio. Di sicuro non avrebbero mai
potuto dimenticare quella prima volta.
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