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KHARITINA
LA MIA BADANTE RUSSA
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Da
un po’ di mesi ho seri problemi alla
prostata. Piscio spesso durante il
giorno e di notte sono costretto ad
alzarmi da letto, almeno un paio di
volte, per recarmi in bagno a svuotare
la vescica. Il medico di famiglia mi ha
tranquillizzato assicurandomi che,
quella di cui mi dolgo, è una patologia
abbastanza diffusa negli uomini che
hanno superato i cinquant’anni. Io di
anni ne ho festeggiati la bellezza di
sessantacinque il mese scorso e, dopo
una vita consacrata al lavoro, da tre
anni sono in pensione.
Lo
specialista urologo a cui mi sono
rivolto, perché non del tutto
soddisfatto delle parole dispensatemi
dal medico di famiglia, mi ha informato
che il carcinoma della prostata è il
tumore maligno che colpisce più di
frequente il sesso maschile, così come
il cancro alla mammella lo è nelle
donne. Ma per ora questo problema non mi
riguarda da vicino, perlomeno è ciò
che mi ha assicurato il medico.
Dopo avere preso visione degli esami
umorali e dell’ecografia alla
prostata, mi ha invitato a togliermi
pantaloni e mutande, dopodiché mi ha
fatto salire salito sul lettino presente
nell’ambulatorio. Mi sono sistemato
carponi con il sedere piegato ad arco
verso l'alto e il viso curvo a sfiorare
il lenzuolo. E' in quella posizione che,
con poco tatto, mi ha ficcato un dito
nel culo dopo essersi premurato di
lubrificarlo con una pomata gel.
Il
medico ha esplorato con il dito lo
sfintere dell’ano, poi ha cominciato a
tastarmi la prostata per determinarne la
grandezza e il mio grado di sofferenza
al tatto. Ho persino temuto che fosse
sua intenzione praticarmi un massaggio
prostatico! Magari facendomi raggiungere
l’orgasmo.
Ho avuto paura
che potesse accadere per davvero. E nel
caso mi sarei sentito in forte imbarazzo
perché tutte le volte che pratico
dell'autoerotismo, strofinandomi la
prostata, ansimo, tremo tutto, e
grugnisco come un maiale.
Da
adolescente, nell'intimità della mia
cameretta, mi piaceva masturbarmi ma
soprattutto massaggiarmi in maniera
delicata e profonda la striscia di carne
compresa tra la giuntura dello scroto e
l'ano, finendo ogni volta con lo
stimolarmi la prostata ficcandomi un
dito nel buco del culo.
Una abitudine
quella di massaggiarmi la prostata che
non ho mai abbandonato nemmeno nell’età
adulta, infatti, ancora oggi,
nonostante l’età, mi piace farlo
quando guardo
un film porno alla tivù.
In
effetti, non è semplice escogitare una
posizione confortevole per accedere
facilmente con un dito o due nel buco
del culo. Oramai le ho provate un po’
tutte le posizioni: girato su un fianco,
accovacciato, seduto su una poltrona,
sdraiato sul pavimento con le gambe per
aria, e ogni volta facendo ricorso a dei
cuscini per trovare la posizione che più
mi soddisfa.
E'
una sensazione piacevole quella che
percepisco quando stimolo con le dita la
prostata. Nessuna donna è riuscita a
trasmettermi un simile piacere, anche se
scoparle nel culo, bocca e figa mi è
sempre piaciuto.
Grazie
a dio il medico urologo non ha avuto
bisogno di massaggiarmi la prostata per
stilare la sua diagnosi, informandomi
che quella di cui soffro è una
infiammazione diventata cronica con
l'avanzare dell'età.
E non è dovuta
all’abitudine che ho di infilarmi un
dito nel culo per massaggiarmi la
prostata, come avevo pensato. E
nemmeno la causa può essere attribuita
all’attivista sportiva che compio
pedalando in sella alla bicicletta da
corsa. Infatti, a una specifica domanda,
mi ha confermato che non c’è nessuna
correlazione tra la pratica sportiva
della bicicletta e l’insorgere di
patologie a carico della prostata che
notoriamente viene a contatto con il
sellino di cuoio.
Prima
di raggiungere la meritata pensione
avevo giurato a me stesso che non sarei
mai diventato uno di quelle persone
che, una volta messe a riposo, avrebbero
ammazzato il tempo e la noia andando in
giro per i parchi portandosi appresso un
cane al guinzaglio, oppure nutrendo di
briciole di pane quei detestabili topi
con le ali che chiamiamo piccioni.
Animali inutili capaci soltanto di fare
tanta cacca che ti arriva addosso quando
meno te l’aspetti, imbrattandoti i
vestiti, e le cui macchie sono difficili
da eliminare.
Da
quando sono in pensione conduco una vita
abbastanza ritirata. Non leggo giornali,
né libri e riviste, anzi non leggo
proprio niente. Guardo soltanto la
televisione: perlopiù partite di calcio
e telegiornali dalla mattina alla sera.
Che altro
potrei fare alla mia età?
Resta il fatto
che ognuno di noi ha un tempo limitato
da vivere e utilizzarlo al meglio quel
tempo sarebbe una forma di rispetto
verso se stessi e gli altri.
Purtroppo
sempre più spesso mi trovo a pensare
che sono figlio di un’altra epoca.
Quell’attuale
sento che non mi appartiene.
Mi guardo
attorno e mi accorgo che mi fanno paura
le persone che hanno paura del domani. Dove andremo a
finire?
Sono anch’io
un vuoto a perdere?
Detesto
gli anziani che trascorrono la giornata
seduti a un tavolo del bar a giocare a
briscola, scopa e tressette: mi danno i
nervi solo a guardarli. Rifuggo da
qualsiasi genere di gioco legato alle
carte: aborrisco persino i solitari.
Magari, per
ammazzare la noia, potrei anche
decidermi a chiedere ai Servizi Sociali
la disponibilità di un pezzo di terra
da coltivare in uno dei tanti orti
sociali presenti in città. Ce n’è
uno poco distante da casa mia, ma non mi
va di prendermi degli impegni se poi non
sono in grado di mantenerli.
Se
è una bella giornata e non mi va di
guardare qualche
partita di calcio alla televisione, allora ammazzo il
tempo andando a spasso, supervisionando
i tanti cantieri attivi nell’immediata
periferia della città.
Questa mattina
ho trascorso una buona mezzora guardando
dei manovali impegnati, all'interno di
un cantiere edile, a scaricare da una
benna, collegata a un camion betoniera,
delle colate di calcestruzzo.
Da bambino mi
ha sempre affascinato il lavoro dei
muratori, tuttavia non posso dire di
essere soddisfatto di questo mio
interessamento senile.
Spesso mi trovo
a discutere con altri pensionati
dell’inutilità di certi lavori che
porta avanti questa amministrazione
comunale comandata da ex grillini.
E’
una città che sta cambiando in maniera
confusa e molto rapidamente.
E non mi piace
più questa città.
Anzi, la
detesto.
Non
mi piacciono le transumanze notturne dei
giovani verso i luoghi della movida. Non
mi piacciono le feste per strada, i
mercatini all'aperto itineranti da un
quartiere all'altro, e tutte quelle
briose effervescenze che si propongono
di fare sembrare vitale questa città.
Detesto i centri commerciali cresciuti
come funghi a ridosso della tangenziale
là dove un tempo sorgevano fabbriche,
laboratori e officine: tutte attività
oramai dismesse.
E' lì che la
gente, a tutte le ore del giorno, va a
cercare la felicità, illudendosi di
trovarla, senza rendersi conto che in
quei luoghi vi si recano solo a
consumare e morire più alla svelta.
Se penso a
tutto questo mi viene il vomito.
Oggi
pomeriggio nel mio quartiere era
programmata la giornata dell’anziano.
E allora ho fatto un salto alla Casa
della Salute perché alcuni amici
pensionati mi avevano informato che i
medici del distretto sanitario avrebbero
distribuito, a chi ha più di
sessant’anni, una confezione di Viagra
gratis.
Ovviamente era una
bufala messa in giro da qualche
buontempone e io ci sono cascato come un
pirla.
Il
medico andrologo a cui mi sono rivolto,
dopo avere avvicinato una infermiera
della Casa della Salute, ha esaminato la
mia documentazione sanitaria, presente
nel sito web dell’Azienda Sanitaria, e
non ha avuto difficoltà a rilasciarmi
una ricetta per ritirare in farmacia tre
confezioni da quattro pastiglie da 50 mg
di Viagra, dal momento che nella
cartella clinica risulta che il mio
medico di famiglia è solito
prescrivermi questo farmaco.
-
Questa è la scorta per un mese. Le
basta?
Gli
ho risposto in modo affermativo. Che
altro avrei dovuto dirgli?
Da quando mi
sono separato da Loredana, la donna che
per trent'anni è stata mia moglie, non
ho molte occasioni per svagarmi e
concludere dei rapporti sessuali.
E
poi da quando soffro di questa affezione
alla prostata ho costatato una certa
diminuzione della funzionalità
erettile. Che sia poi colpa della
eccessiva attività sportiva che svolgo
andando in bicicletta a darmi questo
problema, stante l’impatto della sella
sui genitali? Può darsi, ma è pur vero
che avverto anche un calo del desiderio
sessuale e questo mi preoccupa.
Che
sia dovuto ai miei sessantacinque anni?
Eppure
Silvio Berlusconi sino a qualche anno fa
scopava come un coniglio con le
Olgettine. E aveva superato già da un
po’ i settant’anni! Se il desiderio
e la libido sono influenzati dallo stato
di salute, dall’alimentazione, e dai
livelli ormonali del testosterone allora
io non dovrei avere problemi, invece.
Uscendo
dalla Casa della Salute sono andato in farmacia. Lì sono rimasto in attesa
dietro una fila di
persone, una decina di minuti prima che
giungesse il mio turno per essere
servito, infine ho
consegnato la ricetta a una giovane
farmacista, per niente a disagio nel
leggere il tipo di richiesta riportata
nella ricetta.
-
Vuole che le consegni il farmaco della
marca che le ha prescritto il medico
oppure preferisce un generico?
-
Il generico, grazie. - ho risposto per
niente imbarazzato.
Scopare
costa, ma da un paio di anni, per
fortuna, costa molto meno perché è
scaduto il brevetto della pillola blu
del Viagra. Infatti, in farmacia sono
spuntati molti farmaci alternativi che
contengono il medesimo principio attivo,
e costano 1/3 rispetto al Viagra
originale.
Infatti una
confezione da quattro pasticche da 50
milligrammi del farmaco generico costa
22 Euro anziché i 58 del prodotto di
marca.
Quando
la farmacista ha depositato sul bancone
tre confezioni del farmaco ha proceduto
ha togliere l’adesivo dei codici a
barre, da ciascuna confezione del
farmaco, e gli ha incollati sulla
ricetta. Infine, dopo essersi premurata
di depositare le scatole dentro un
sacchetto, mi ha consegnato il tutto
elargendomi un innocuo sorriso.
Kharitina Jitka
è una cittadina ucraina che lavora in
Italia da badante. Ha un aspetto
pulito e curato e ha accudito per due
anni mia madre, restandole accanto sino
al momento del decesso in ospedale.
Laureata in biologia ha un marito e due
figli che vivono in Ucraina a cui fa
pervenire gran parte del ricavato del
proprio lavoro di badante.
Quarantatré anni, viso tondo, ben in
carne, ha due denti d’oro al posto dei
canini che le guastano la bocca, ma
ormai ci ho fatto l’abitudine a
quell'oro e non ci faccio più caso.
E' con lei che
di tanto in tanto faccio del sesso.
Mi
ha telefonato ieri mattina chiedendomi
d'incontrarci. E’ sempre lei che mi
cerca.
Anche
stavolta è stata di poche parole, forse
per economizzare sulla carica
telefonica.
-
Posso venire da te domani sera?
-
Alle nove va bene? - le ho chiesto.
-
Sì.
-
Okay, allora.
-
Ciao. - ha concluso interrompendo la
telefonata dopo il saluto di commiato.
Le
nove di sera sono trascorse da circa un
quarto d’ora e Kharitina non si è
ancora fatta viva. So per certo che il
massimo dell’effetto del Viagra viene
raggiunto, quasi sempre, dopo sessanta
minuti dall’assunzione. E la sua efficacia si aggira
intorno alle tre quattro ore, perlomeno
questo c'è scritto nel
bugiardino accluso alla confezione del
farmaco.
Cazzo!
Ho già superato da mezz’ora l’apice
dell’effetto del farmaco e incomincio
a essere preoccupato. Il Viagra mi è
d'aiuto ad avere una eccellente erezione
solo se sono sessualmente stimolato, ma
se sono arrabbiato allora non so quale
effetto potrebbe avere su di me.
Alcuni
maschi con cui sono in confidenza, miei
coetanei d’età, invece del Viagra
assumono le pastiglie di Cialis, la cui
azione dovrebbe essere identica a quella
del Viagra, ma con degli effetti molto
più prolungati: fino a trentasei ore.
Purtroppo il mio medico di famiglia non
vuole saperne di prescrivermelo perché
teme che, stante l’età, potrei essere
tentato dall’abusarne.
Sono
agitato, non sto più nella pelle, cazzo!
Kharitina non si è ancora fatta viva e
nemmeno si è presa la briga di
telefonarmi per informarmi del ritardo.
D’improvviso il trillo del campanello
della mia abitazione mi distoglie dai
cattivi pensieri. Sollevo il citofono
sistemato accanto alla porta
d’ingresso e l’avvicino
all’orecchio.
-
Chi è? - dico sperando che a
rispondermi sia Kharitina.
-
Sono io, Kharitina!
-
Ti apro.
-
Okay…
Attendo
Kharitina nel pianerottolo davanti la
porta dell’ascensore che la condurrà
sino al settimo e ultimo piano.
-
Mi devi scusare per il ritardo. - sono
le prime parole che biascica appena mi
vede.
-
Non ti preoccupare, può capitare. -
dico cercando di essere credibile, anche
se il suo ritardo mi ha deluso parecchio.
-
Purtroppo la figlia della donna che
assisto si è presentata alla abitazione
della madre con un’ora di ritardo.
Mica potevo lasciare l’anziana sola e
andarmene via, no?
-
Andiamo di là. - dico indicandole la
stanza da letto.
-
Hai fretta?
-
No, affatto. - mento pensando agli
effetti del Viagra che probabilmente
stanno scemando, anche se spero che non
sia così perché avverto una certa
eccitazione sotto la patta dei
pantaloni. Però temo di non sapere
mantenere, quando sarà il momento,
un’erezione sufficientemente
prolungata da consentirmi un rapporto
sessuale soddisfacente.
-
Allora vado prima in bagno, ti spiace? -
dice Kharitina.
-
Fai pure, la strada la conosci.
Senza
l’aiuto del Viagra avrei difficoltà a
ottenere una completa rigidità del
cazzo poiché negli ultimi mesi si è
accorciata sensibilmente la fase in cui
riesco a mantenere una consistente
erezione. Soprattutto si è allungato il
tempo in cui riesco ad avere una seconda
erezione decente dopo che ho scopato una
prima volta, ma col Viagra tutto mi
diventa più facile anche se rimpiango
di non poter assumere il Cialis.
Quando
Kharitina esce dal bagno sono già sotto
il lenzuolo in attesa che mi raggiunga.
Nella penombra della camera, illuminata
dalla luce di una abat-jour intravedo il
suo corpo nudo pieno di morbide curve.
Vista senza
abiti addosso non mi appare tanto obesa,
ma non è nemmeno magra, però ha due
tette della madonna che a occhio e croce
peseranno all'incirca un paio di chili
ciascuna.
Si
accomoda accanto a me fra le lenzuola.
Mi viene addosso ed è lesta a infilarmi
una mano fra le cosce per saggiare la
consistenza del cazzo. Da perfetta
amante si prende cura di lusingarmi
carezzandomi le palle fintanto che il
cazzo diventa duro nella sua mano.
-
C'hai voglia? Cosa vuoi fare con me
stasera? - mi sussurra all'orecchio
mentre seguita a toccarmi sotto le palle
arrivando a tastarmi il buco del culo.
Si
comporta da puttana e la cosa mi eccita
parecchio. Oramai mi conosce bene e sa
come fare per eccitarmi.
-
Dimmelo tu piuttosto cosa vuoi da me. -
dico buttandomi a capofitto con il viso
nel solco fra i grossi seni.
Prendo
l’iniziativa e con le labbra mi
impadronisco di un capezzolo. Incomincio
a leccarlo e succhiarlo come un neonato,
premurandomi di carezzarle le tette
conscio che la cosa le sarà gradita.
Raramente
ci baciamo sulla bocca. E non so
spiegarmene la ragione. Sta di fatto che
a entrambi sta bene così.
Dal
modo in cui respira con affanno desumo
che è eccitata dal tocco delle mie
labbra sulle tette. Seguito a succhiare
e morderle il capezzolo fintanto che
lascio cadere una mano fra le sue cosce.
L'accarezzo a
lungo, attento a non avvicinarmi troppo
alle labbra della figa, accrescendo in
questo modo il suo desiderio di essere
penetrata.
Infine
mi introduco con le dita fra le labbra
umide della vagina.
Ora che è bene
lubrificata posso darmi da fare a
sgrillettarla, anche se avrei
voglia puntare con le dita dritto verso
il clitoride e condurla all'orgasmo.
Kharitina
anticipa il mio pensiero, allarga le
gambe, e mi sospinge il capo da basso
facendomi capire cosa vuole da me.
Mi
butto a capofitto fra le sue cosce. Con
le mani divarico le grandi labbra della
vagina e faccio scorrere la punta della
lingua nel mezzo le piccole labbra,
stimolando alternativamente vagina e
clitoride in modo d'accentuare il suo
piacere.
Quello
che voglio è che venga al più presto.
E per farle
esplodere l’orgasmo nella testa e fra
le cosce scappuccio con le labbra il
clitoride e mi metto a succhiarlo.
Contemporaneamente sollevo le braccia e
mi metto a carezzarle le tette torcendo
i capezzoli a più riprese.
Kharitina
rantola di piacere.
Oramai è
prossima a venire.
Lo intuisco dal
tremore dello scheletro e dal respiro
che si è fatto accelerato. Urla più
volte mentre viene e fa di tutto per
chiudere le cosce allontanandomi il capo
dal clitoride perché non sopporta di
essere toccata nei momenti successivi
l’orgasmo.
Rimaniamo
sdraiati sul letto uno accanto
all’altra, mentre le palle sembrano
farmi male per la voglia che ho di
ficcarle il cazzo in bocca, nel culo o
nella figa.
Tutt’a
un tratto Kharitina si gira verso di me.
Mi guarda fisso negli occhi come fosse
sua intenzione chiedermi ancora una
volta cosa vogliamo fare.
-
Ho voglia che me lo succhi come sai fare
solo tu. - dico certo di farle piacere.
Kharitina
mi afferra il cazzo nella mano e inizia
a masturbarmi rimanendo coricata per
traverso al mio fianco.
-
Ce l’hai bello duro stasera! E’
questo l’effetto che ti faccio?
Non
ho il coraggio di confessarle che due
ore fa ho ingoiato una compressa da 50
mg. di Viagra e non vedo l’ora che
apra la bocca per farmi un pompino.
E
come se fosse dotata di una sorta di «sesto
senso», china il capo sul cazzo e
ingloba la cappella fra le labbra, poi
incomincia a succhiare.
Va
avanti a pompare aritmicamente,
succhiando e cessando di succhiare,
ripetendo a medesima azione in rapida
sequenza, sollecitandomi il canale
dell’uretra.
In
altre occasioni è stata capace di farmi
raggiungere l’orgasmo soltanto
appoggiando le labbra sulla punta del
cazzo, là dove c’è l’uretra,
mettendosi succhiare come fosse in
presenza di una cannuccia, prodigandosi
nell’atto di aspirazione, al pari di
una ventosa, stimolandomi quei punti
sensibili che ho nel canale disotto alla cappella prolungandomi in questo
modo il godimento specie durante
l'eiaculazione.
Kharitina
succhia, aspira, e nel contempo mi
sfiora con le dita la zona sottole palle,
ma oggi non ce la faccio proprio a
raggiungere l’orgasmo in questo modo.
Lei lo capisce si mette col culo seduta
sulle mi cosce. Afferra il cazzo e lo
infila nella vagina, poi incomincia a
cavalcarmi, assatanata, movendo il culo
avanti e indietro creando con la vagina
lo stesso tipo di aspirazione uretrale
in cui si è cimentata poc’anzi con la
bocca, ma stavolta lo fa contraendo i
muscoli della vagina attorno la cappella
creando in questo modo una forte
aspirazione nel percorso del canale
uretrale.
Urlo
mentre raggiungo il massimo del piacere
e Kharitina si accascia su di me perché
mi mancano le forze per seguitare a
scoparla.
E’
quasi mezzanotte quando accompagno
Kharitina alla porta dell’ascensore.
Nella borsetta le ho lasciato cadere due
biglietti da 50 Euro come sono solito
fare ogni volta che viene a trovarmi.
Lei mi bacia sulla guancia e io
contraccambio il saluto.
-
Ci vediamo presto. - dice elargendomi un
largo sorriso mettendo in evidenza i due
denti d’oro.
-
Sì, certo, ci vediamo presto. - dico
mentre Kharitina, la badante russa,
chiude la porta dell’ascensore dietro
di sé e scompare alla mia vista.
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