IL SOPPALCO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

        Il night-club dove Gegè si esibiva, coadiuvato da Chantal, era uno dei tanti locali a luci rosse che si affacciavano sulla Reguliersstraat.
   Lui e la compagna erano la principale attrazione del night-club, anche se non sapevano per quanto tempo lo sarebbero rimasti. Il locale apriva le porte alle otto di sera e chiudeva i battenti all'alba, quando la maggioranza delle persone si alzano da letto per recarsi al lavoro.
   Un'ampia vasca, costruita con vetri antisfondamento, del tutto simile a una micropiscina, faceva da soppalco al bancone dove il barman dispensava bevande agli avventori, perlopiù turisti di passaggio in città.
   L'acqua della micropiscina aveva un aspetto cristallino per effetto delle luci, diffuse da una sequela di faretti, opportunamente filtrate da una sottile lamina di gelatina blu, che conferiva al liquido un colorito turchino. 
   Era nell'acqua della micropiscina che da lì a poco Gegè e Chantal si sarebbero esibiti, infatti, i clienti seduti ai tavoli erano già con il naso all'insù in attesa che comparissero i due artisti.
   Nudo, con indosso l'accappatoio, Gegè si avvicinò al bordo della micropiscina. Intinse una mano nella vasca e controllò la temperatura dell'acqua. Chantal non si curò della presenza del compagno e seguitò a limarsi le unghie di un piede in attesa di immergersi nella vasca.
  
- Hi! How are you? - disse Gegè in un approssimativo inglese
   - Good! As you well know. - rispose lei.
  
Come al solito Chantal si mostrò di poche parole. Meglio così, pensò Gegè, non avrebbe sopportato di esibirsi nella vasca con una rompiballe.
   Farsi coinvolgere sentimentalmente dalla partner, con cui era solito esibirsi in scena, sarebbe stato controproducente ai fini della buona riuscita dello spettacolo. In caso contrario avrebbe corso il rischio di eiaculare in breve tempo, deludendo gli spettatori che da lui si aspettavano una prestazione erotica fuori dell'ordinario.
   - Ehi, tocca a voi due. E' ora! - urlò Franz, un buttafuori che da tempo memorabile prestava servizio nel locale.
   - Arriviamo. - disse Gegè levandosi di dosso l'accappatoio, mostrandosi completamente nudo.
   Chantal fu la prima a immergersi nell'acqua. Gegè la seguì dappresso prestando poca attenzione alle persone sedute ai tavoli le cui figure gli apparivano sfumate attraverso l'acqua e lo spesso vetro antisfondamento.
   Il gestore del locale aveva imposto a Gegè di depilarsi, soprattutto attorno la radice del pene. Lui aveva accondisceso, seppure malvolentieri, ma ancora non si era abituato a presentarsi in scena con la pelle morbida e liscia come quella di un frocio.
   Chantal trascinò Gegè sott'acqua e cominciò a baciarlo. Preso alla sprovvista, senza avere incamerato sufficiente ossigeno nei polmoni, Gegé riuscì a trattenere il fiato e simulò un bacio appassionato, certo di appagare la curiosità dei clienti accomodati ai tavoli, infine si liberò dall'abbraccio della compagna e risalì col capo fuori dall'acqua per riprendere fiato.
   Lui e Chantal facevano sesso nella vasca almeno tre volte per notte, concedendosi un riposo di mezz'ora fra una esibizione e l'altra. A ogni ingresso nella vasca Chantal provvedeva a lubrificare la vagina con una crema di vaselina. L'unguento serviva a facilitare lo scorrere del pene nella cavità. Senza quell'aiuto Gegè avrebbe corso il rischio di scorticarsi la cappella sfregandola contro l’intima parete della vagina.
   Gegè si lasciò guidare dalle movenze della compagna sempre attenta a elaborare nuovi giochi amorosi. Chantal possedeva un corpo esile e una carnagione chiara come una mozzarella. I capelli biondi e corti le coprivano a malapena le orecchie, mentre le tette, sode, e i capezzoli rosa, molto sporgenti, davano spessore al resto del corpo, ma più di tutto esibiva una bella figa, perfettamente rasata e con le labbra sporgenti ad ali di farfalla.
   Il gestore del locale aveva scelto Gegè, tralasciando una decina di altri candidati che aspiravano a quel ruolo, dando merito alle dimensioni del pene, davvero notevoli, specie quando era in piena erezione, facendogli assumere il ruolo di protagonista.
   La stimolazione manuale a cui Chantal sottopose il pene di Gegè contribuì a farlo ingrossare a dismisura, con soddisfazione dei clienti che, da sotto, potevano godere dello straordinario spettacolo offerto dal rotolo di carne che si ergeva sulle loro teste.
   Gegè era consapevole del fatto che gran parte del loro successo dipendeva da Chantal, una ninfomane fantasiosa e inesauribile nel fare sesso. Lui, al contrario, non si considerava un erotomane, faceva quel lavoro perché gli permetteva di guadagnare parecchio denaro, senza troppo faticare, come gli era accaduto tempo addietro quando lavorava al Nautilus, un locale gay ubicato dall'altra parte della strada.
   Liberatosi dell'abbraccio della compagna Gegè si ritrovò in piedi nella micropiscina con l'acqua che gli giungeva poco oltre la cintola. Chantal si mise china su di lui, con la testa in immersione, e incominciò a succhiargli la cappella. Osservarla mentre succhiava, stando col capo sott'acqua, era uno dei numeri che il pubblico sembrava prediligere e lei ce la metteva tutta per compiacerlo.
   Chantal seguitò a succhiare fintanto che, stremata per la mancanza di ossigeno, risalì con la testa fuori dall'acqua e riprese fiato. Gegè incrociò gli occhi grigi della ragazza e subito dopo la vide immergersi di nuovo per riprendere a succhiare.
   Ormai era trascorso un quarto d'ora da quando erano entrati nella vasca. I corpi galleggiavano uno di fianco all'altro, immobili, con il volto rivolto al soffitto. Tutt'a un tratto Chantal attirò a sé il compagno e lo trascinò ancora una volta sott'acqua. Incominciarono ad arrotolarsi una sull'altro nella vasca simulando una lotta che aveva come unico scopo di soddisfare la curiosità dei clienti.
   Gegè era consapevole che la compagna desiderava essere toccata nella figa. Allungò una mano sul clitoride e glielo accarezzò, poi seguitò a farlo mentre lottavano.
   D'improvviso uscirono tutt'e due col capo fuori dall'acqua e si ritrovarono una di fianco all'altro con la schiena appoggiata al bordo della vasca. Gegè si girò verso Chantal e le infilò ancora una volta la mano fra le cosce che lei, apposta, aveva mantenuto divaricate dando modo a coloro che stavano seduti ai tavoli di guardarle la figa spalancata, poi la penetrò con due dita.
   Le dita di Gegè seguitarono a masturbarla, la stessa cosa si premurò di fare Chantal prendendosi cura del pene, stringendolo a pugno chiuso nella mano, carezzando la cappella con l'estremità delle dita.
   Reduce da una influenza Gegè era fisicamente debilitato, ma Chantal, pur essendone al corrente, non dava l'impressione di preoccuparsi delle condizioni del compagno persuasa che lo show doveva andare avanti comunque.

   Erano in acqua da mezz'ora e davanti avevano tutta la notte. Chantal stava aggrappata con le braccia intorno al collo di Gegè e le cosce annodate attorno al bacino del compagno.
   In piedi, con la schiena accostata al bordo della micropiscina, Gegè sorreggeva il culo della compagna aiutandosi con la forza delle braccia, agevolato dallo spessore dell'acqua. Mentre scopava doveva prestare attenzione a non eiaculare troppo presto, infatti, avevano l'obbligo di occupare la scena ancora per un quarto d'ora, poi ci sarebbe stata una pausa.
   Chantal spostava il bacino fagocitando il pene nella vagina, torchiando il membro con le contrazioni della mucosa. Gegè provava un dannato piacere nel sentirlo scorrere con difficoltà nella stretta fessura. Cercò in tutti i modi di rimanere fermo, senza collaborare, ma Chantal era peggio di una vampira che toglie la vita, infatti, manteneva la bocca attaccata al collo del compagno e gli succhiava la pelle avidamente, intenzionata a farlo venire in fretta contravvenendo alle regole del gioco. Gegè si sottrasse all'abbraccio e scivolò nell'acqua allontanandosi dalla compagna. Lei lo rincorse, gli fu sopra, e lo costrinse a inabissarsi con tutto il corpo.
   Gegè era in affanno e avvertiva il bisogno d'inspirare ossigeno Abbrancò la compagna e le si pose dietro. Chantal si trovò con le braccia distese sul bordo della vasca, china, e col capo in avanti. Da quella posizione Gegè la penetrò nella vagina.
   I movimenti di tutt'e due corpi entrarono presto in simbiosi. Scoparono dando luogo a un amplesso rabbioso che li portò a godere come gli era accaduto poche altre volte facendo sesso nella vasca.

  Quando Gegè uscì dal night-club l'alba era spuntata da poco. La strada del lungomare era deserta. L'aria del mattino lo destò dal torpore notturno. S'incamminò verso la fermata del tram che l'avrebbe condotto a casa. Passando davanti al Nautilus, uno dei locali gay più famosi della città, ripensò a quando, soltanto pochi mesi prima si esibiva in quel posto insieme a Bob, un ex sergente dei marines dalla pelle nera. Da lui si faceva sodomizzare ogni sera sulla pedana del locale per guadagnarsi da vivere. 
   Mentre camminava alcuni gabbiani dal grosso becco ricurvo presero a girargli d'intorno. Tutt'a un tratto si ritrovò a pensare che la vita è strana. Al Nautilus si procurava denaro prendendolo nel culo, ora faceva la stessa cosa, ma a parti invertite, mettendolo nel culo a Chantal. Cos'altro gli avrebbe riservato il futuro?

 

 

 
 

------------------------------------

 
 

Racconti
1 - 100

Racconti
101 - 200

Racconti
201 - 300

Racconti
301 - 400

Racconti
401 - 500

Racconti
501 - 600

Racconti 601-700


.E' vietato l'utilizzo dei testi ospitati in questo sito in altro contesto senza autorizzazione dell'autore
I racconti sono di proprietà di Farfallina e protetti dal diritto d'autore.
L'usurpazione della paternità dei testi costituisce plagio ed è perseguibile a norma di legge.