I l casello dell'A1 è ubicato nell'immediata periferia di
Fidenza. Arresto il muso della Golf
davanti alla sbarra che dà libero
accesso alle corsie dell'autostrada. Prelevo lo
scontrino dall'erogatore da cui sporge
il foglio di carta e rimango in attesa.
Appena la sbarra viene sollevata faccio
pressione con la punta del piede sul
pedale dell'acceleratore e con i miei
compagni di viaggio ci ritroviamo
a percorrere la curva a raggi costanti
della corsia di accelerazione, subito
dopo viaggiamo sulla corsia di destra dell'autostrada. Il flusso delle
automobili che si muovono in direzione
Bologna è intenso. La giornata è
festiva e per fortuna non c'è traccia di
mezzi pesanti. Mantengo le distanze di
sicurezza dalle vetture che mi precedono
con la velocità costante di 130 Km/h.
Abbandonato
il casello autostradale sono
il primo a prendere la parola.
-
Ora tocca a me spiattellarvi quelle che
ritengo essere le cinque
cose più
importanti della mia vita. - dico
rivolgendomi alla combriccola di amici
che viaggiano sulla Golf. - Allora
per me le cose più importanti sono, in
ordine d'importanza, queste: Al primo
posto metto la figa! Al secondo le tette
e al terzo la musica. Al quarto posto
colloco la Golf gtì e infine al quinto
posto un bel culo! Femminile,
ovviamente!
-
Sei il solito stronzo maschilista. - mi
stronca Bambi, la cucciola di ragazza
con cui faccio coppia fissa da poco più
di un anno. Sta seduta con le gambe
incrociate, in maniera scomposta, sul
sedile accanto al mio, e mastica un
chewing-gum con cui fa schioccare, senza
sosta, dei palloncini. Come al solito
non indossa la cintura di sicurezza, ma
evito di ricordarglielo anche se mi
seccherebbe cuccarmi una multa di 36 euro
nel caso i carramba ci fermassero.
-
Beh, anch'io un'idea ce l'avrei. -
conferma il mio amico Giovanni che
insieme a Rossana, una pupa non male che
ho conosciuto oggi per la prima volta,
occupa il sedile posteriore della Golf.
-
Dai, spara. - dico senza perdere di
vista le corsie dell'autostrada che si
dipanano davanti ai miei occhi al pari
di un imbuto senza fine.
-
Al primo posto metto alcol e droga. Al
secondo posto il calcio e al terzo la
chitarra. Al quarto l'amore e per ultimo
gli amici.
-
Ma va là. - lo interrompe Bambi. - La
droga? Ma se l'unica volta che ti ho
visto fumare uno spinello sei stato male
per una intera settimana. Non riesci
manco a fumare una Marlboro Ligh.
-
Embè?
-
Ma dai, sei ridicolo. Per non parlare di
quando andiamo a cena e sorseggi qualche
bicchiere di lambrusco. - lo ammonisce
di nuovo Bambi. - Cazzo! Le guance ti si
colorano di rosso e il volto
assume le sembianze di un peperone.
-
Giovanni ti conviene stare zitto, va che
è meglio. Altrimenti Rossana intuisce
con che pasta di uomo ha a che fare e ti
scarica su due piedi. - dico ribadendo
il concetto già espresso da Bambi.
Alle
parole faccio seguire una risata che
coinvolge anche le ragazze, dopodiché
guardo il volto di Giovanni riflesso nello specchietto retrovisore,
appena sopra la mia testa.
Un cartello della segnaletica
autostradale indica come prossima
l'uscita al casello di Parma Sud. Ancora
poche decine di chilometri e saremo a
Reggio Emilia.
Non sto più nella pelle per
l'emozione. Finalmente sta per arrivare
"Il giorno dei giorni", un
momento che ho tanto atteso e descritto da
tutti i media come l'evento musicale
dell'anno.
L'esibizione di Ligabue sono
certo che entrerà nella storia della
musica come il concerto più imponente
d'Europa, non solo per l'impiego di
mezzi, ma soprattutto per la presenza di
persone. Già si parla di 200.000 mila
ticket bruciati in prevendita. Una
pazzia!
Meno male che i biglietti del
concerto, per me e Bambi, li ho
acquistati con molto anticipo,
usufruendo dei servizi on-line
reperibili in internet, altrimenti
sarebbe stato difficile procurarmeli
negli ultimi giorni di prevendita.
Giovanni invece non so come sia riuscito
a procurarseli perché li ha acquistati
soltanto l'altro giorno. Non mi ha detto
come ha fatto a procurarseli e nemmeno
mi va di chiederglielo.
L'attesa per
l'esibizione del Liga si è protratta
per tutta l'estate. Adesso sono a due
passi dal realizzare il mio sogno. Mi
ritornano alla mente i manifesti che
pubblicizzavano il concerto, comparsi in
primavera a Busseto, il paese dove
Giovanni, Bambi e io stiamo di casa,
manifesti che riportavano la scritta:
"quarantamila biglietti già
venduti".
Cristo! Non aveva ancora preso
avvio la prevendita e già c'erano
quarantamila ticket venduti. Com'é
possibile? Boh? La cosa resterà per
sempre un grande mistero, penso.
-
In quanti saremo al concerto?
Cinquantamila? Centomila? - chiede
Rossana che sembra avermi letto nel
pensiero.
-
Penso che saremo molti di più. Ho letto
su Repubblica che gli organizzatori si
sono posti l'obiettivo di abbattere il
record delle centocinquantamila persone che
a suo tempo hanno presenziato al concerto
degli U2 tenutosi sempre al
Campovolo di Reggio qualche anno fa. -
la informo.
-
In che anno c'è stato il concerto? -
domanda Bambi, curiosa.
-
Tu eri ancora una bambina.
-
Vaffanculo. Stronzo!
-
Il concerto degli U2, come questo del
Liga di stasera, era inserito nel
programma della Festa Provinciale
dell'Unità. A essere sincero non
ricordo di preciso l'anno, il 1997
forse, quello di cui sono certo è che
fu un evento memorabile. Roba da Guinnes
dei primati perché i ticket venduti in
quella occasione superarono il numero
degli abitanti della città di Reggio, e
la cosa la dice lunga sull'eccezionalità
dell'evento.
-
Ma va... Incredibile! - interviene
Giovanni.
-
In quella occasione gli U2 raggiunsero
Bologna in aereo, dopodiché si
spostarono a Reggio in elicottero. Ma
per guadagnare il palcoscenico furono
costretti ad abbandonare l'auto che li
trasportava lungo il tragitto. Si
racconta che percorsero l'ultimo
chilometro nascosti dentro un'ambulanza
per evitare l'assalto dei fans.
-
Ma tu come fai a saperle tutte queste
cose? - chiede Bambi.
-
Le ho lette sulle pagine di Repubblica,
che altro.
-
C'è da sperare che anche stavolta tutto
fili per il verso giusto e non ci siano
inconvenienti di sorta. - prosegue Bambi
attorcigliando due dita della mano in
segno di scaramanzia.
-
Cristo, Bambi! La macchina
organizzatrice dei compagni reggiani è
pari a quella di un rullo compressore.
Mica scherzano quelli, chissà da quanti
mesi hanno cominciato a preparare questo
mega evento. Considera l'impegno che ci
vuole per progettare la disposizione dei
palchi, i parcheggi per le automobili, i
campeggi per ospitare i visitatori. Su
Repubblica c'è scritto che a Reggio
arriveranno persino dei treni speciali
in occasione del concerto, oltre alle
centinaia di pullman e le migliaia le
automobili. Per la Madonna! E' difficile
quantificare il numero di volontari
occupati nell'organizzazione di una
Festa come questa. Saranno migliaia,
credo.
-
Beh, l'importante è che non succeda del
casino, non si sa mai di questi tempi. -
tira le somme Rossana.
-
Però il Liga un po' presuntuoso lo è.
Cazzo! Il progetto di suonare su quattro
palchi con band diverse una dall'altra,
nella stessa serata, è fantastica ma
azzardata. - dà per certo Bambi.
-
Mah, speriamo che non deluda le nostre
aspettative. - le rispondo. - Perché
farà di tutto per mostrarsi superiore a
Vasco Rossi.
-
Di questo ne sono certo. - annuisce
Giovanni. - Sai bene che io sono un
fanatico di Vasco.
All'improvviso le autovetture che
mi precedono rallentano l'andatura. In
meno che non si dica ci ritroviamo con
la Golf bloccata da un mostruoso
imbottigliamento di macchine. Provo a
immaginare che la causa del blocco sia
da attribuire a un incidente che ha
coinvolto qualche autovettura, ma non ne
sono tanto sicuro.
E' solo mezzogiorno e mancano
nove ore all'inizio del concerto del
Liga. Tutt'a un tratto mi sorge il
dubbio che la causa dell'incolonnamento
sia invece da imputare al concerto del
Liga. Penso che non sia un azzardo
ipotizzare che la maggioranza delle
autovetture incolonnate trasportino
gente che come noi stanno per dirigersi
al concerto.
-
Cristo, che sfiga! Quanto manca al
casello di Reggio? - chiede Bambi
-
Dieci o forse quindici chilometri. Da
poco ci siamo lasciati alle spalle
l'abitato di Sant'Ilario D'Enza, credo.
Passo
la mano sulla fronte che gronda gocce di
sudore per il gran caldo, dopodiché
stiro la schiena all'indietro sul sedile
indeciso se spegnere il motore della
Golf per non surriscaldarlo oppure lasciarlo
acceso.
Incolonnati dietro il serpentone
di macchine che ci precedono avanziamo a
passo di lumaca in direzione Reggio
Emilia. Il tempo scorre lentamente. Il
caldo è soffocante e siamo diventati tutti
e quattro più
nervosi.
Sono trascorse due ore da quando
siamo incolonnati e in tutto questo
tempo abbiamo percorso poco meno di 15
chilometri. Ne mancano un paio per
raggiungere il casello di Reggio Emilia.
Tutt'a un tratto gruppi di uomini e
donne scendono dalle autovetture, bloccate sull'autostrada, e raggiungono
il margine della carreggiata per fare la
pipì.
Rossana e Giovanni scendono pure
loro dalla
Golf, raggiungono di corsa il
guard-rail, e passano dall'altra parte
della carreggiata. Rossana si china sul
prato, solleva la gonna jeans, abbassa
il tanga, e fa pipì sotto gli occhi
vigili dei passeggeri delle automobili
che come me la guardano con curiosità.
Prima di scorgerla in questa posa
non avevo fatto molto caso alla forma
del culo. Ce l'ha liscio come una pera
matura, al contrario di quello di Bambi
che mostra d'avere già qualche traccia
di cellulite sulla pelle nonostante la
giovane età. La cosa mi eccita e mi
perdo a pensare che dovrebbe essere davvero
piacevole seppellirle il cazzo nel buco
del culo.
-
Cristo, ma come si fa a fare la pipì in
mezzo a tutta 'sta gente! - s'incazza
Bambi.
-
Oh, perdiana, quando scappa, scappa,
mica potevano farsela addosso. - dico
esprimendo il mio disappunto per le sue
lagnanze.
-
Sì, va be', ma Rossana poteva
trattenerla ancora un po' e non farsi
vedere dalla gente a pisciare nel prato,
ormai siamo prossimi all'uscita del
casello di Reggio Emilia, credo.
-
Buonasera!!
Nell'abitacolo la temperatura è
torrida. I finestrini della Golf sono
tutt'e quattro abbassati. Ci sporgiamo
con il capo fuori dell'abitacolo in
cerca di un improbabile refrigerio. La
T-shirt che indossa Bambi è umida di
sudore e i capezzoli sono ben visibili
sotto il tessuto bianco della maglietta.
Armati di santa pazienza ascoltiamo
Radio Bruno, una delle emittenti locali
collegate in diretta con gli
organizzatori del concerto, che ci è
utile per mantenerci aggiornati in tempo
reale sull'evento.
Dopo due ore di coda incomincio a
perdere sensibilità alle gambe, ma
soprattutto ai piedi che premono sul
pedale dei freni e dell'acceleratore.
Decido di accettare la proposta di Bambi
e ci scambiamo di posto. Lei si mette
alla guida della Golf e io occupo il suo
sedile.
-
Se procediamo di questo passo va a
finire che ci perdiamo l'inizio del
concerto. - si lascia sfuggire Rossana
che, una volta svuotata la vescica,
sembra più alleggerita.
Quando usciamo dal casello
autostradale di Reggio Emilia l'orologio
che tengo al polso segna le 14.30.
Gruppi di giovani, con indosso delle
magliette nere e dei cartellini
plastificati appesi al torace, con sopra
disegnato il logo del Campovolo,
distribuiscono volantini agli
automobilisti. Agguantiamo un paio di
fogli e incominciamo a leggerli.
Riportano mappe, informazioni, e
consigli utili per raggiungere l'area
del concerto. Dopo che siamo transitati
davanti ai grandi magazzini dell'Ipercoop
Virgilio, impieghiamo un'altra buona
mezzora per raggiungere la rampa
d'accesso che immette sulla
circonvallazione della città.
Da un punto sopraelevato della strada
scorgiamo, in lontananza, l'immensa
struttura del Campovolo che s'innalza in
aperta campagna con le sue torri
metalliche e desta meraviglia in tutti
noi.
-
Cazzo! E adesso dove parcheggiamo? Qui
è un casino generale. Non ci capisco
niente. Porco di un cane! - impreca
Bambi.
-
Dobbiamo uscire dalla tangenziale al più
presto altrimenti va a finire che
andiamo a incasinarci. Parcheggiamo la
macchina nel primo buco che ci capita
sott'occhio e raggiungiamo a piedi la
Festa, diversamente non ci arriveremo
mai. - le urlo dietro.
-
Okay, va bene, ma stai calmo, accidenti
a te.
Gli addetti all'organizzazione
della Festa insistono a mandarci a
parcheggiare in culo al mondo e noi
iniziamo a spazientirci. Troviamo da
piazzare l'auto in un buco lasciato
inspiegabilmente libero all'interno di
uno stradello poco distante dalla
circonvallazione. Abbandoniamo l'auto al
suo destino confidando di riuscire a
trovarla senza troppa difficoltà a fine
manifestazione.
Le strade di Reggio sono occupate
da una fiumana di ragazzi e ragazze con
lo zaino sulle spalle che cercano di
dirigersi verso il Campovolo.
Impieghiamo mezz'ora per raggiungere a
piedi l'area della Festa de l'Unità.
Sono le 16.00 di un pomeriggio
afoso quando superiamo i controlli
all'ingresso dell'area del concerto. Le
previsioni meteorologiche del TG5
pronosticavano cielo coperto con
possibilità di pioggia, invece il sole
picchia forte e costringe la quasi
totalità delle persone a denudarsi per
godere della tintarella di questo caldo
autunno.
Mentre c'inoltriamo nel prato
dell'area del concerto, già
superaffollata di gente, prendiamo
coscienza di quanto sia imponente la
struttura dei palchi. Una infinità di
riflettori è pronta a illuminare
l'evento e io sono eccitato da morire.
Troviamo posto sul prato
abbastanza lontano dal palco "Vintage",
nostro obiettivo primario.
Bambi e Rossana si tolgono la
maglietta e restano con addosso il
reggiseno e la gonna. Faccio caso alle
tette di Rossana e resto piacevolmente
sorpreso dalla curvatura piuttosto
voluminosa. L'area dei capezzoli si
mostra attraverso il tessuto del
reggiseno specie con l'estremità
appuntita.
Il sole mi fa bollire la pelle e
non solo quella. Dagli zainetti facciamo
uscire i plaid che ci siamo portati
appresso e li stendiamo sul prato,
dopodiché ci stendiamo sopra.
Tutt'intorno c'è una gran
cagnara. Risa e schiamazzi si
sovrappongono alle urla della gente. C'è
chi strepita nei telefonini e chi agita
con insistenza le braccia nelle varie
direzioni per farsi vedere. Un
elicottero della polizia sorvola a più
riprese le nostre teste per controllare
che tutto proceda per il meglio. Mi
libero della maglietta e la metto sopra
il capo, in mancanza di un berretto, per
ripararmi dai raggi del sole, dopodiché
rimango
anch'io a dorso nudo.
Bambi e Rossana, sedute sul plaid, con le gambe incrociate, si
preparano una canna da fumare. Tutt'e
due hanno raccolto i capelli dietro al
capo, a coda di cavallo, e non posso
fare a meno di costatare, dopo essermi
guardato bene d'attorno, che ambedue sono delle gran belle fiche.
Alle orecchie mi giungono le
musiche che provengono dai diffusori. I
complessi musicali che si esibiscono a
rotazione sui diversi palchi servono a
diluire le ore di attesa che precedono
il grande evento del concerto del Liga,
ma non ci faccio troppo caso, preso come
sono nel guardarmi attorno.
-
Non abbiamo più niente da bere,
accidenti! - si lamenta Bambi. -
Potresti fare un salto a comprare delle
bottiglie di acqua in uno degli stand
che si trovano là in fondo. Dai,
Lorenzo, fammi questo piacere.
-
Ti accompagno, se vuoi. - le fa eco
Rossana.
-
Vieni anche tu? - domando a Giovanni che
sta sdraiato sul plaid e di cui non
riesco a distinguere gli occhi,
sottratti alla mia vista dalle grosse
lenti scure dei Ray-Ban.
-
Preferisco stare qui, andate pure voi
due.
-
Okay, sta bene.
Io
e Rossana, dopo esserci fatti coraggio,
ci avventuriamo per una selva di corpi
seminudi distesi sul prato, attenti a
non calpestare le persone ma anche gli
oggetti sparsi qua e là, mentre ci
avviciniamo a uno dei punti di ristoro.
Tutt'a un tratto Rossana incespica su
una gamba che si è levata d'improvviso
dal prato. Per non cadere la ragazza di
Giovanni si aggrappa a me. Me la ritrovo
fra le braccia e avverto subito il
gonfiore delle tette che premono contro
il mio petto. Ci guardiamo negli occhi
per un attimo che sembra interminabile,
poi lei si separa dal mio abbraccio.
-
Meno male che c'eri tu a tenermi in
piedi, altrimenti sarei caduta per terra
e mi sarei fatta male.
-
Eh, sì, ma comunque è stato un piacere
abbracciarti.
-
Ma và, fai il cretino?
-
Sto dicendo sul serio.
-
Ah, sì? Bene, allora informerò Bambi
quando faremo ritorno al nostro posto.
Si
sta beffando di me, ne sono certo. Non
faccio troppo caso alla sua
intimidazione anche se ha cambiato
espressione del viso nel pronunciare
quelle parole.
A fatica riusciamo a raggiungere
uno dei punti di ristoro. I prezzi per
1/2 bottiglia d'acqua minerale non sono
da Festa de l'Unità. I gestori hanno
approfitto della massa di richieste per
alzare i prezzi in maniera esagerata
alla faccia della Festa comunista,
penso. Acquistiamo una decina di
bottiglie al prezzo di tre euro cadauna
e facciamo ritorno al posto occupato da
Bambi e Giovanni, se mai riusciremo a
ritrovarli in mezzo al casino che c'è
nel prato.
Impieghiamo mezz'ora per raggiungere il
punto di partenza, agevolati nella
ricerca dal telefonino con cui resto in
contatto con Bambi che si è messa
seduta sulle spalle Giovanni e si
sbraccia per farsi riconoscere. Quando
li raggiungiamo ci accolgono come
fossimo dei benefattori.
-
A me l'acqua! - urla Bambi che subito
s'impossessa di una delle bottiglie che
tengo strette al petto, mentre altre le
ho infilate fra la cinghia dei pantaloni
come fossero dei revolver.
-
Cazzo, ma è calda da fare schifo
quest'acqua.
-
Ce l'hanno venduta già così,
pretendevi che fosse ghiacciata? E poi
abbiamo impiegato mezz'ora per
raggiungervi.
-
Mi sta bene lo stesso, non ti
preoccupare. - conferma Giovanni che nel
frattempo si è impossessato di una
delle bottiglie consegnatagli da Rossana
e l'ha svuotata tutta d'un fiato.
La voglia di risentire i brani
classici del Liga è parecchia. Le 21.00
sono passate da un quarto d'ora e ancora
la Rokstar non è entrata in scena.
Qualche dubbio sulla qualità
dell'acustica mi è venuto ascoltando
l'esibizione di Elisa e prima ancora
quella di Edoardo Bennato, ultimi in
ordine di apparizione a esibirsi dopo
una lunga rassegna di gruppi musicali
che ci hanno tenuto compagnia durante il
pomeriggio.
Le ombre scure sella sera sono
scese sul Campovolo. Sul palco "Main"
prendono forma le figure della band che
accompagnerà il Liga durante tutto il
concerto. Bimba, Giovanni, Rossana e io
abbiamo lo sguardo fisso verso i
maxischermi posizionati intorno al palco
centrale, ma ancora il Liga non si fa
vedere. D'improvviso veniamo spinti
dalla folla che si accalca alle nostre
spalle nella direzione del palco "Vintage".
Faccio appena in tempo a raccogliere lo
zainetto mio e di Bambi da terra e di
porgerglielo prima di essere trascinati
in avanti dalla folla di persone alle
nostre spalle.
Finalmente sui maxischermi appare
l'immagine del Liga e un boato si leva
dalla folla verso il cielo. Indossa una
camicia nera a maniche corte e jeans
scuri, imbraccia la chitarra e tiene le
braccia allargate a salutare noi fans.
Senza volerlo sono venuto a trovarmi
alle spalle di Rossana, a stretto
contatto del suo corpo, spinto dalla
gente che mi pressa addosso. Bambi e
Giovanni invece sono scivolati qualche
metro più avanti rispetto allo spazio
che occupiamo Rossana e io.
Il Rocker di Correggio apre il
concerto, ma l'audio dal punto in cui
siamo, dirimpetto al palco "Vintage",
seppure a una certa distanza, è
scandaloso. Qualche dubbio sulla qualità
dell'audio mi era venuta ascoltando
l'esibizione di Elisa, ma adesso il
suono che esce dalle casse è molto
peggio, anzi a tratti è completamente
assente. Quello che giunge alle mie
orecchie è solo un flebile suono,
accidenti!
-
Cristo! Non è mica possibile. Qua non
si sente una sega. - urla Rossana mentre
gira il capo nella mia direzione.
-
Vedrai che si accorgeranno delle carenze
dell'impianto audio e vi porranno
rimedio. - la rassicuro.
-
Mah, ho dei dubbi.
La
gente alle mie spalle incomincia a
urlare "Audio. Audio. Voce!
Voce!". Sono spinto in avanti e
ancora una volta mi vengo a trovare a
ridosso del culo di Rossana. Tutt'a un
tratto mi ritorna alla mente quando nel
pomeriggio l'ho vista chinarsi sul
prato, a lato dell'autostrada per fare
la pipì, e mi ritrovo con il cazzo
duro.
Sui maxischermi scorgo il volto
del Liga che fa cenno a qualcuno
dell'equipe di tecnici che gli stanno
attorno di avere problemi con gli
auricolari. Spero che al più
presto pongano rimedio all'inconveniente
dell'audio, altrimenti 'sto concerto è
davvero una grande fregatura, penso.
L'esibizione del Liga prosegue
senza pause e tutti, perlomeno dalla
nostra postazione, siamo in attesa che
si percepisca anche la voce del Rocker
di Correggio. L'audio continua ad andare
e venire e la gente intorno a me seguita
a gridare "Voce, Voce!". Siamo
in molti a spazientirci. Hanno inizio i
primi fischi e tutti incominciamo a
inveire con urla verso il palco.
Mi ritrovo con il
cazzo duro e lo struscio di continuo
contro il culo di Rossana che sembra non
fare caso ai miei continui
palpeggiamenti. Avvicino le labbra al
suo collo in modo da farle sentire
l'alito del mio respiro sulla pelle.
Rossana non si ribella, anzi, lascia che
la baci sulla nuca mentre le afferro i
fianchi con tutte due le mani e attiro
il culo verso di me.
Seguito a strusciare il cazzo contro le
natiche mentre il Liga ha incominciato a
intonare "L'odore del sesso"
immancabilmente coperto da fischi e
urla.
Il concerto va avanti, ma a
questo punto non m'importa granché del
Liga e delle sue canzoni preso come sono
dallo strusciare il cazzo sul culo che
mi sta davanti. Affondo entrambe le mani
attraverso la cintura che sorregge la
gonna di Rossana e con le dita di una
mano sono lesto a raggiungere l'elastico
del tanga, subito dopo arrivo alla selva
di peli del pube.
Sono accalorato e il cazzo mi
duole per la troppa eccitazione. Ho il
respiro in affanno e non manco di farlo
sentire addosso al collo di Rossana.
Seguito a fare scorrere le dita sui peli
del pube carezzandola delicatamente
senza riuscire a raggiungere la fessura
della passera.
Si è consumata mezzora di
spettacolo quando il Liga abbandona la
chitarra che gli è servita ad
accompagnare l'ultimo pezzo e si lancia,
inseguito da un proiettore a occhio di
bue, sulla passerella che dal palco
"Main" conduce a quello
"Solo". Imbraccia una nuova
chitarra e inizia a cantare "Sogni
di Rock & Roll".
La voce del Rocker di Correggio
torna a farsi sentire, anche se in
alcuni momenti scompare, e allora
ricominciano i fischi e le urla.
A Rossana, come sta succedendo a
me, sembra importare assai poco del
concerto perché tutt'a un tratto
percepisco le dita della sua mano che
sfregano il tessuto dei miei jeans, là
dove c'ho il pacco duro. Seguita a
carezzarmi il cazzo, al riparo dal
tessuto dei pantaloni, senza un attimo
di pausa mandandomi al settimo cielo.
Tutt'intorno si alza il coro
"C'avete rotto il cazzo" che
copre la voce del Liga che seguito a
percepire in malo modo. Gruppi di
persone furenti con l'organizzazione del
concerto incominciano ad abbandonare le
postazioni dinanzi al palco "Vintage"
per raggiungere l'uscita del Campovolo.
Avvicino le labbra all'orecchio
di Rossana e l'invito a girarsi verso di
me, cosa che fa senza indugio dopo avere
abbandonato la presa sul cazzo. Adesso
siamo una di fronte all'altro e ci
guardiamo dritti negli occhi. Abbasso la
cerniera della patta e resto in attesa.
La mano di Rossana si introduce
nella cerniera abbassata e incomincia a
masturbarmi senza tirarmelo fuori dai
pantaloni, il cazzo.
Ansimo di piacere e le gambe
incominciano a tremarmi. Rossana non
sembra per niente turbata, seguita a
guardarmi negli occhi e io serro le
palpebre per non vederla. Le agguanto
tutt'e due le chiappe con il palmo delle
mani e l'attiro con forza a me. Ormai
sto per venire, lo so, mi conosco troppo
bene.
-
Vengo! - le dico.
-
Sì?
-
Sì, sì... - le urlo in faccia mentre
sto infradiciandomi le mutante di
sperma.
Finalmente Liga ha raggiunto il
palco "Vintage". Le casse
sistemate di fianco del palco funzionano
a sprazzi. La voce giunge ovattata e
fatico a riconoscere le parole delle
canzoni che canta. Quello che percepisco
sono le urla di un tizio che sta alle
mie spalle e mi scoreggia addosso le
canzoni del Liga con la sua voce
stonata. Persino l'immagine delle labbra
della Rockstar che compaiono sui
maxischermi, abbastanza lontane da me,
sono fuori sincrono con quelle della sua
voce.
Bambi e Giovanni, che all'inizio
del concerto sono stati sospinti dalla
folla una decina di metri davanti a me e
Rossana, ci raggiungono, scazzati
entrambi, e si lamentano per la pessima
qualità del concerto.
-
Volete rimanere ancora un po' oppure ce ne
andiamo via? Io e Giovanni pensavamo
d'andarcene. Sta bene anche a voi? - si
scatena Bambi.
-
Se decidiamo di farlo non posso che
condividere questa vostra scelta. -
dico.
-
Va bene, dai, andiamocene prima che
finisca il concerto, altrimenti oltre al
danno corriamo il rischio della beffa,
perché potremmo rimanere intruppati nel
caos provocato dalle autovetture a fine
serata. - conferma Giovanni, mentre
anche Rossana sembra dello stesso parere
anche se non lo esprime a parole.
Camminiamo verso l'uscita
dell'area del concerto districandoci in
una selva di corpi. Impieghiamo 1/4
d'ora a trovare l'uscita. Prima di
andarcene definitivamente dalla area
della Festa de l'Unità facciamo un giro
fra gli stand unitamente a gruppi di
ragazzi incazzati che inneggiano a piena
voce a Vasco Rossi.
-
35 euro buttati nel cesso. - sintetizza
il mio pensiero Rossana.
- Probabilmente neanche gli
organizzatori si aspettavano tanta
affluenza e quelli che come noi erano
lontani dai palchi sono rimasti fregati.
- la incalza Bambi.
-
Scherzi? Certo che lo sapevano dal
momento che i biglietti sono stati
venduti tutti in prevendita. -
l'ammonisce Giovanni.
-
Pazienza, dai, il Liga è sempre un
mito, anche se stavolta. - soggiunge
Rossana.
-
Sì, ma preferisco di gran lunga Vasco.
- le fa eco Bambi, e non riesco a darle
torto.
Fuori dalla Festa c'è un ingorgo
di macchine. I vigili non riescono a
canalizzare il traffico nelle giuste
direzioni. Per fortuna abbiamo lasciato
la Golf a una certa distanza dal
Campovolo.
Dopo essere saliti in macchina
prendiamo la direzione che conduce alla
statale del Cerreto, evitando
d'immetterci sulla tangenziale dove il
traffico di macchine blocca la strada. A
Rivalta prendiamo la strada per
Montecchio e dopo un ora di strada siamo
a Busseto, a casa nostra.
-
Alla prossima. - mi saluta Rossana
mentre sale sulla macchina di Giovanni
che l'accompagna a Zibello. - Evviva il
Liga!!!
-
Sì, certo, alla prossima. - rispondo.
Ma dopo quanto è successo fra me e lei
al concerto non m'importa granché di
sostenere a piena voce che Vasco è
meglio.
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