E' chiamato drabble un racconto
  di senso compiuto di 100 parole, non una di più, non una di meno.   

   Negli anni cinquanta, quando ero bambino, le osterie erano presenti in grande numero a Parma. Però le più autenticamente parmigiane, le più "ribelli" si trovavano in Oltretorrente. A frequentarle era una umanità variegata fatta di bevitori incalliti, sfaccendati e filosofi del nulla. A pochi passi dalla mia abitazione, in Vicolo Grossardi, sorgeva la "Barcaccia". L'osteria vantava un ottimo servizio di cucina con i suoi prelibati piatti di anolini, tortelli, stracotti e trippa. Il sabato sera ci andavo con mia madre. Lei guardava la tivù, sorseggiando del Vov, mentre io bevevo un bicchiere di spuma distraendomi col gioco della rana.