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LA
VITA E' UN FILM IN
TECHNICOLOR
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
-La
vita è un lento film in Technicolor.
- In che senso?
- Ho l'impressione che la
vita sia solo finzione. E che noi non
esistiamo, affatto.
- Ma la finzione é molto
simile alla realtà.
- La realtà non esiste. La
vita è solamente una illusione.
- Ehi, sciocchina, ma cosa
ti prende stasera?
- Eh.
- Allora noi due che siamo?
Una illusione?
Gabriella si girò sul
fianco. Passò la mano sul ventre di
Beatrice e rimase in attesa di una
risposta che sembrò non arrivare. La
pelle della compagna, umida di sudore,
era bollente. Proseguì a carezzarla con
delicatezza.
Avevano seguitato a fare
l'amore, spogliate di tutto, fino allo
sfinimento facendo combaciare i loro
corpi una sull'altra.
Il letto su cui
erano distese era sfatto. Un lenzuolo di
raso rosso giaceva ripiegato ai loro piedi.
I guanciali, sparsi sul parquet, erano
lontani dal letto di ferro verniciato nero grafite.
- Sì, penso di sì. -
disse Beatrice
- Anche il nostro amore non
esiste?
Beatrice non rispose, sembrò
prendere tempo. Accavallò il corpo su
quello dell'amante e le fu sopra. Scostò
le mani di Gabriella e gliele distese
sopra il capo. Le ascelle erano lisce,
prive di peli. Curvò il capo sulla
radice di un braccio di Gabriella e
cominciò a baciarla nella cavità che
confluiva verso il torace. Le piaceva
solleticarla in quel modo. Conosceva i
punti deboli del corpo dell'amica, e le
ascelle erano uno dei più sensibili.
- Non hai risposto alla mia
domanda. - La sollecitò Gabriella fra
un gemito e l'altro.
- Stai zitta. Zitta!
Beatrice acquietò le
labbra sulla bocca dell'amica e la
penetrò con la lingua. Fuori, oltre i
vetri della finestra, una pioggerellina
fine continuava a cadere sulla città
addormentata.
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